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Angelus di Papa Francesco per la Festa della Santa Famiglia

di Manlio Maglio

Un Angelus per una giornata speciale, quello che Papa Francesco ha celebrato Domenica 29 dicembre, affacciandosi alla finestra del suo studio nel palazzo apostolico. Dopo avere salutato amabilmente i numerosi fedeli convenuti in Piazza San Pietro, il Papa ha ricordato che: “In questa prima domenica dopo Natale, la Liturgia ci invita a celebrare la festa della Santa Famiglia di Nazareth. In effetti, ogni presepio ci mostra Gesù insieme con la Madonna e san Giuseppe, nella grotta di Betlemme. Dio ha voluto nascere in una famiglia umana, ha voluto avere una madre e un padre, come noi”.
Il Santo Padre ha quindi rilevato come la “fuga in Egitto” della Santa Famiglia, perseguitata dal sovrano, possa equivalere alla condizione drammatica di quei profughi che fuggono dalla fame, dalla guerra, da altri pericoli gravi, alla ricerca di sicurezza e di una vita dignitosa per sé e per le proprie famiglie. Ha poi rilevato che, anche quando questi profughi riescono a trovare un lavoro, raramente incontrano accoglienza vera, rispetto, apprezzamento dei valori di cui sono portatori. Il Papa invita dunque coloro che si soffermano a guardare il presepio dove è rifugiata la Santa Famiglia, a riflettere sul dramma di quei migranti e rifugiati che sono vittime del rifiuto e dello sfruttamento, della tratta delle persone e del lavoro schiavo.
Bergoglio ha voluto poi sottolineare la triste condizione di molti anziani posti quasi in esilio dai familiari: “anziani, per esempio, che a volte vengono trattati come presenze ingombranti. Molte volte penso che un segno per sapere come va una famiglia è vedere come si trattano in essa i bambini e gli anziani”.
Parlando della Santa Famiglia, Francesco ha posto l’accento sulla meravigliosa semplicità della vita che Giuseppe Maria e Gesù conducono a Nazareth. “E’ un esempio che fa tanto bene alle nostre famiglie, le aiuta a diventare sempre più comunità di amore e di riconciliazione, in cui si sperimenta la tenerezza, l’aiuto vicendevole, il perdono reciproco”. A questo punto, il Papa ha presentato un simpatico esempio per realizzare un buon rapporto familiare, l’uso di tre parole-chiave: permesso, grazie, scusa. “Quando in una famiglia non si è invadenti e si chiede “permesso”, quando in una famiglia non si è egoisti e si impara a dire “grazie”, e quando in una famiglia uno si accorge che ha fatto una cosa brutta e sa chiedere “scusa”, in quella famiglia c’è pace e c’è gioia”
Il Santo Padre ha concluso invitando le famiglie “a prendere coscienza dell’importanza che hanno nella Chiesa e nella società. L’annuncio del Vangelo, infatti, passa anzitutto attraverso le famiglie, per poi raggiungere i diversi ambiti della vita quotidiana”.

29/12/2013

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