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Angelus di papa Francesco per l’Epifania

di Manlio Maglio

Davanti a quasi centomila persone, convenute in Piazza San Pietro da vari Paesi europei ed extraeuropei, Papa Francesco ha tenuto un breve discorso prima della recita dell’Angelus, nella Solennità dell’Epifania 2014. Il papa ha definito l’Epifania “una solennità che mette in risalto l’apertura universale della salvezza, portata da Gesù e che mostra un duplice movimento di Dio verso il mondo e dell’umanità intera verso Dio”. Queste le parole del Santo Padre:
Cari fratelli e sorelle buongiorno! Oggi celebriamo l’Epifania, cioè la “manifestazione” del Signore. Questa solennità è legata al racconto biblico della venuta dei magi dall’Oriente a Betlemme per rendere omaggio al Re dei Giudei: un episodio che il Papa Benedetto ha commentato magnificamente nel suo libro sull’infanzia di Gesù. Quella fu appunto la prima “manifestazione” di Cristo alle genti. Perciò l’Epifania mette in risalto l’apertura universale della salvezza portata da Gesù. La Liturgia di questo giorno acclama: «Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra», perché Gesù è venuto per tutti noi, per tutti i popoli, per tutti!
In effetti, questa festa ci fa vedere un duplice movimento: da una parte il movimento di Dio verso il mondo, verso l’umanità – tutta la storia della salvezza, che culmina in Gesù -; e dall’altra parte il movimento degli uomini verso Dio – pensiamo alle religioni, alla ricerca della verità, al cammino dei popoli verso la pace, la pace interiore, la giustizia, la libertà -. E questo duplice movimento è mosso da una reciproca attrazione. Da parte di Dio, che cosa lo attrae? E’ l’amore per noi: siamo suoi figli, ci ama, e vuole liberarci dal male, dalle malattie, dalla morte, e portarci nella sua casa, nel suo Regno.
«Dio, per pura grazia, ci attrae per unirci a Sé». E anche da parte nostra c’è un amore, un desiderio: il bene sempre ci attrae, la verità ci attrae, la vita, la felicità, la bellezza ci attrae… Gesù è il punto d’incontro di questa attrazione reciproca, di questo duplice movimento. E’ Dio e uomo: Gesù. Dio e uomo. Ma chi prende l’iniziativa? Sempre Dio! L’amore di Dio viene sempre prima del nostro! Lui sempre prende l’iniziativa. Lui ci aspetta, Lui ci invita, l’iniziativa è sempre sua. Gesù è Dio che si è fatto uomo, si è incarnato, è nato per noi.
Papa Francesco ha quindi rilevato che “La nuova stella che apparve ai magi era il segno della nascita di Cristo. Se non avessero visto la stella, quegli uomini non sarebbero partiti. La luce ci precede, la verità ci precede, la bellezza ci precede. Dio ci precede. Il profeta Isaia diceva che Dio è come il fiore del mandorlo. Perché? Perché in quella terra il mandorlo è il primo che fiorisce. E Dio sempre precede, sempre per primo ci cerca, Lui fa il primo passo. Dio ci precede sempre. La sua grazia ci precede e questa grazia è apparsa in Gesù. Lui è l’epifania. Lui, Gesù Cristo, è la manifestazione dell’amore di Dio. E’ con noi.
La Chiesa sta tutta dentro questo movimento di Dio verso il mondo: la sua gioia è il Vangelo, è riflettere la luce di Cristo. La Chiesa è il popolo di coloro, che hanno sperimentato questa attrazione e la portano dentro, nel cuore nella vita. «Mi piacerebbe – sinceramente – mi piacerebbe dire a quelli che si sentono lontani da Dio e dalla Chiesa – dirlo rispettosamente – dire a quelli che sono timorosi e indifferenti: il Signore chiama anche te, ti chiama ad essere parte del suo popolo e lo fa con grande rispetto e amore!». Il Signore ti chiama. Il Signore ti cerca. Il Signore ti aspetta. Il Signore non fa proselitismo, dà amore, e questo amore ti cerca, ti aspetta, te che in questo momento non credi o sei lontano. E questo è l’amore di Dio.
Chiediamo a Dio, per tutta la Chiesa, chiediamo la gioia di evangelizzare, perché «da Cristo è stata inviata a rivelare e a comunicare la carità di Dio a tutti i popoli». La Vergine Maria ci aiuti ad essere tutti discepoli-missionari, piccole stelle che riflettono la sua luce. E preghiamo perché i cuori si aprano ad accogliere l’annuncio, e tutti gli uomini giungano «ad essere partecipi della promessa per mezzo del Vangelo».
Dopo la preghiera mariana, Papa Bergoglio si è rivolto in modo particolare ai “fratelli ed alle sorelle delle Chiese orientali” che celebrano il Santo Natale domani (primo giorno dopo l’Epifania), formulando l’augurio che la pace, grande dono di Dio, rafforzi la fede, la speranza e la carità e sostenga le chiese cristiane che sono provate da persecuzioni. Ha poi salutat0 affettuosamente le famiglie ed i bambini, i quali vivono con particolare gioia la festa dell’Epifania.

06/01/2014

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