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Breviario di estetica teatrale.

di Chiara Scamardella

 

Un nuovo tipo di esperienza teatrale nasce nella Germania tra le due guerre mondiali e viene bruscamente spazzato via dal nazismo. Solo anni dopo, Bertolt Brecht riorganizzerà i suoi appunti circa le esperienze pratiche di allora, formalizzando il suo “teatro epico”.

Il teatro epico può nascere solo in determinati momenti storici e quando il pubblico è attento e interessato alle sue tematiche, giacché esso ha lo scopo di dilettare rappresentando l’incoerenza delle dinamiche sociali del suo tempo. Per Brecht si può trovar godimento nella produttività della nostra era scientifica in quanto, poiché tutto è un continuo progresso, possiamo avere la speranza che anche i conflitti e le cose orribili mutino.
Così l’attore adotta tutta una serie di tecniche afferenti ad una teatralità delle situazioni quotidiane, una capacità artistica di base comune ad ogni essere umano, per ottenere l’effetto di straniamento: non ci si immedesima nel personaggio o nella vicenda, la si osserva, la si studia affinché si capisca che le cose non devono per forza andare in un modo prestabilito, ma che sono i nostri gesti, sempre sociali, ad influenzarle.
Il fine ultimo di questo tipo teatro brechtiano consiste dunque nell’aiutare le nuove, (per l’epoca), masse operaie a vivere più consapevolmente e meglio la propria esistenza.

Napoli, 31 maggio 2015