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Arancia Meccanica, Violenza ed Allucinazioni in scena al Teatro Bellini di Napoli

di Domenico De Gregorio

Violenza, attacco al potere politico, strumentalizzazioni delle coscienze umane, visioni ossessive ed oniriche vanno in scena al teatro Bellini di Napoli nell’opera “ Arancia meccanica” per la regia di Gabriele Russo. La costruzione scenica, che sfiora la perfezione, rende bene l’idea di uno spazio-tempo entro il quale si svolge la vicenda e dove lo spettatore è costantemente proiettato in un mondo futurista per poi essere immediatamente ricondotto in un tempo presente, dove la violenza di una società allo sbaraglio privo di valori, dilaga senza inibizioni. Grazie ad un gioco scenografico fatto di immagini e luci, l’opera acquista quella visone fantastica, rafforzata da musiche e suoni ossessivi , impreziosita ed esaltata da citazioni e dialoghi allucinati. La degenerazione del gruppo di teppisti protagonisti del lavoro teatrale, è ben presto evidente allo spettatore, che resta attonito e spiazzato davanti alle scene di violenza gratuita poste in essere dalla mano armata dei tre ragazzi senza futuro. La prima parte dello spettacolo è un susseguirsi di immagini forti, di visioni oniriche che permettono allo spettatore di comprendere l’orrore delle giovani menti. Questa violenza così cruda ed esasperata finirà per colpire lo stesso protagonista che da carnefice diventerà vittima prescelta di un sistema sociale e politico pronto a salvare il mondo dalla minaccia della violenza, intesa come ogni forma di diniego del comune sentire, da parte di un potere polito poco democratico. Dalla violenza fisica si passa, nel secondo atto, ad una violenza più raffinata ed intellettuale, che attraverso l’uso della scienza e della medicina sconvolgerà o meglio riprogrammerà la mente del giovane teppista per trasformarlo in un nuovo mostro meccanico, un ingranaggio di una macchina da “guerra” ancor più distruttiva. Arancia meccanica da sempre scuote le coscienze, i costumi di Chiara Aversano, le luci di Salvatore Palladino, la scenografica di Roberto Crea e le musiche di Morgan rendono il lavoro teatrale un’opportunità unica da non perdere.

Napoli, 20 novembre 2014