LuxLeaks: deputati chiedono armonizzazione fiscale e trasparenza su decisioni fiscali nazionali
LuxLeaks: deputati chiedono armonizzazione fiscale e trasparenza su decisioni fiscali nazionali
Il Presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, è intervenuto al dibattito straordinario del Parlamento europeo sulla lotta contro l’evasione fiscale, dibattito dovuto alla recente rivelazione sulla stampa di accordi segreti che concedono trattamenti fiscali preferenziali alle aziende multinazionali in Lussemburgo.
Juncker ha sottolineato che le decisioni fiscali in Lussemburgo non erano illegali, anche se ha ammesso che “probabilmente c’è stata una certa quantità di evasione fiscale in Lussemburgo, come in altri paesi dell’UE. La troviamo ovunque in Europa, perché non vi è sufficiente armonizzazione fiscale in Europa”, aggiungendo che “il Commissario Moscovici presenterà proposte per uno scambio automatico di informazioni sulle decisioni fiscali nazionali.”
Il presidente del PPE Manfred Weber (DE) si è detto fiducioso che Juncker risolverà i problemi che sono ora sul tavolo, e ha aggiunto che “non è l’Unione europea che ha fallito, ma gli Stati membri stessi che non hanno compiuto sforzi per armonizzare le loro basi fiscali imponibili. Abbiamo bisogno di trasparenza sulle decisioni fiscali nazionali, nonché di basi imponibili armonizzate”.
Gianni Pittella (IT), presidente del gruppo S&D, ha affermato che sente l’indignazione per i cittadini che si sentono feriti del comportamento delle grandi aziende che non pagano le tasse nei paesi in cui si sono avuti i profitti. L’evasione fiscale rappresenta un fenomeno mondiale e la più grande vergogna è che non sia nemmeno illegale. Quindi, è la legge che deve essere modificata. Pittella ha poi proposto tre misure: in primo luogo una definizione chiara di “paradisi fiscali”, in secondo luogo sanzioni severe per i trasgressori e, in terzo luogo, una rendicontazione fiscale paese per paese.
Kay Swinburne (ECR, UK), chiedendo ulteriori azioni in particolare contro l’evasione fiscale aggressiva, ha sottolineato la necessità di avere informazioni complete sulle decisioni fiscali nazionali, paese per paese. “Queste azioni sono attese da tempo”, ha dichiarato. Il Parlamento, tuttavia, dovrebbe attendere l’esito delle indagini del commissario Vestager prima di giudicare, ha concluso.
Per il presidente del gruppo ALDE, Guy Verhofstadt (BE), l’indagine della Commissione deve essere completata entro la fine dell’anno e occuparsi non solo dei tre paesi, ma affrontare il problema dell’evasione fiscale nel suo insieme. Ha, quindi, proposto di istituire una commissione speciale d’inchiesta al Parlamento, chiedendo il sostegno degli altri gruppi. “Si tratta anche qui di un chiaro caso in cui abbiamo bisogno di più Europa, per prevedere una comune legislazione sull’evasione fiscale e un codice di convergenza, non un’armonizzazione generale, perché non sappiamo a quale livello si deve armonizzare”.
Gabriele Zimmer (GUE/NGL, DE) ha chiesto al Presidente Juncker di spiegare le sue azioni quando era Primo ministro del Lussemburgo e perché abbia concesso alle aziende la possibilità di evitare la tassazione nel suo paese, limitando in tal modo i fondi disponibili per combattere la povertà e la creazione di posti di lavoro.
Philippe Lamberts (Verdi/ALE, BE) ha dichiarato che è giunto il momento di porre fine alle guerre fiscali in Europa. “Coloro che ne traggono benefici sono le multinazionali e le persone facoltose, mentre le vittime sono le finanze pubbliche europee, di riflesso, i cittadini dell’Unione europea”. Infine, ha chiesto al commissario Vestager di ampliare il campo di applicazione dell’inchiesta.
Paul Nuttall (EFDD, UK) ha dichiarato che “Jean-Claude Juncker, quando era in campagna elettorale per le elezioni europee, aveva presentato la sua piattaforma programmatica di lotta all’evasione fiscale alle multinazionali, ma poi, in concreto, si è consentita l’evasione fiscale in Lussemburgo”. “I cittadini sono scettici, perché volete che rispettino quello che dite ma non quello che fate”, ha aggiunto. “A Juncker restano solo due scelte: le dimissioni oppure farsi da parte per l’intera durata delle indagini”.
Bruno Gollnisch (NI, FR) ha accusato Juncker di utilizzare gli scandali per ottenere più potere. Ha, inoltre, affermato che l’armonizzazione fiscale non è necessaria, ma bisogna che le multinazionali paghino le tasse nei paesi nei quali traggono profitto. Ha infine espresso le sue riserve nei confronti dei funzionari della Commissione – guidati dal Presidente Juncker – che saranno responsabili delle indagini di vari casi, incluso quello di Lussemburgo.
13 novembre 2014