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Intervista epicamente ambientalista al Principe delle Petizioni…
Cancello ed Arnone: della valorizzazione del Volturno parla Di Pasquale
“Bisogna riscoprire, a favore della natura, un approccio …religioso”
di Raffaele Raimondo

Da tempo Franco Di Pasquale si impegna per gli argini e gli spazi vicini al Volturno. A dirla tutta, per l’ambiente tutto.
Il nostro fiume, così abbandonato e inquinato, può diventare di nuovo fonte di bellezza della natura e quindi di vita?
“Bisogna provarci, bisogna crederci – risponde il Principe delle Petizioni – bisogna volerlo con tutta la passione e l’amore che si ha e che l’ambiente merita. Come il Volturno, così tutto quello che è stato brutalizzato dall’uomo cattivo o dal ‘non uomo’, deve ritornare, se si può, per quello che si può, all’origine. Questa è la sfida, il compito arduo delle attuali generazioni, e non è facile, ma appunto perciò chiunque deve fare il proprio dovere di Uomo, nel senso religioso e storico-culturale, anche se lo impediranno. Comunque rimane un’impresa quasi impossibile, ma la battaglia è l’unica salvezza”.
Come potrà avvenire il cambiamento? “La risposta è unica: ritorno all’Uomo, alla spiritualità, al rispetto del Creato e di tutto. E’ il rimedio a tutto quello che ora assilla e confonde l’umanità. Quindi è specialmente un problema di educazione, che ci vuole ovunque e che ora non c’è più. L’educazione si trova nell’intera storia dell’umanità. E innanzitutto va ritrovata la religiosità”.

Entriamo nel pratico. “Sì, ma è prioritario quanto detto, perché senza basi non si costruiscono le altezze, ovvero non si sale in alto. Allora, per ricominciare seriamente, bisogna portare all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni questa tragica situazione e soprattutto la volontà di vita del Volturno. Occorre partire da come è, da come deve essere, cioè un ritorno alle origini, quando l’ambiente era sano e i popoli erano felici, perché godevano di queste bellezze e ricchezze. Ci vuole tanta e tanta sensibilità o amore umano! Ho da tempo lanciato una grande idea: il ‘concorso’ – a livello provinciale, regionale, nazionale ed europeo – per un ‘progetto di idee’ finalizzato alla valorizzazione del fiume Volturno. Un progetto che, in realtà, dovrebbe nascere dalla base, da quanti avvertono con il cuore aperto questo grande tema, e non deve poi tramutarsi, come purtroppo accade, soltanto in occasione di pubblicità interessata o anche e soprattutto affari. Qui gli affari li deve poi fare la comunità. Qui sta sempre il dilemma: valori o affari? Un simile piano va logicamente inquadrato in un contesto generale ambientale-turistico-economico, per cui anche altri comparti vanno migliorati”.
E da dove iniziare? “Prima di tutto, il Volturno va bonificato, rendendo buone e chiare le acque; subito dopo si deve intervenire sull’ambiente circostante. Gli spazi demaniali vanno liberati, alberati. Il verde esistente difeso e creato altro verde. E vanno promosse diverse attività collaterali, ma assolutamente non in contrasto con l’ambiente, che anzi può-deve diventare oasi protetta”.

Un’oasi protetta? “Da studiare. Intanto è necessario rifare completamente gli argini nella funzione di circoscrivere aree pubbliche di passeggio, di bellezza. E va anche studiata la possibilità di illuminarne alcuni tratti. La valorizzazione del nostro caro fiume, il Volturno, sconvolgerà positivamente il territorio e le popolazioni, perché permetterà ancora di vivere in questo ambiente, che ora è vergognosamente invivibile. Vivere significa: essere sani, poi turismo, spettacolo, lavoro-economia, armonia con la natura e civiltà-amore della comunità”. Non v’è chi non abbia colto in queste affermazioni un taglio, diremmo, sacerdotale. D’altronde dire che Franco Di Pasquale è un umanista post litteram è sfondare una grande porta aperta.

Cancello ed Arnone, 6 novembre 2014