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Campioni d’Italia: un anno dopo
di Giovanni Della Pietra

Il Napoli si ferma sul pari ad Udine

11Strano scherzo del Calendario: il Napoli, a distanza di un anno e 2 giorni si ritrova ad Udine, dove ha toccato l’apice della sua storia recente, e il mondo azzurro si è capovolto. Come Monday Night della 35a giornata di Serie A, l’Udinese ospita il Napoli al Bluenergy Stadium. La sfida termina con il risultato di 1-1, con il solito Victor Osimhen ad aprire le marcature ad inizio ripresa, e la risposta di Isaac Success all’ultimo respiro. Con questo pareggio rischia di ridursi a mero spettatore delle competizioni europee della prossima stagione calcistica, l’Udinese mette in cascina un punto fondamentale per le speranze di salvezza in una bagarre tiratissima.

Prewiev del match
L’Udinese si avvicina al match del Bluenergy Stadium sentendo la pressione della posizione occupata (18°) ancora in zona retrocessione, nonostante sia reduce da un buon pareggio contro il Bologna (1-1). Con l’insediamento del nuovo tecnico Fabio Cannavaro – un figlio di Napoli – i Friulani non hanno ancora trovato la vittoria: infatti, al già citato pareggio contro i felsinei, si aggiunge la sconfitta rocambolesca in 18’ nel recupero contro la Roma (1-2).
L’Udinese, però, nelle ultime sei gare disputate in Serie A ha messo a referto 2 pareggi e 4 sconfitte, con l’ultima vittoria che risale all’11 marzo in trasferta contro la Lazio (1-2).
Lo Stadio Friuli è stato tutt’altro che un fortino finora, infatti, l’Udinese ha vinto solo una partita tra le mura amiche (3-0 contro il Bologna) – completano il computo 9 pareggi, 7 sconfitte – e solo la già retrocessa Salernitana ha guadagnato in casa meno dei 12 punti casalinghi dei friulani.
L’Udinese ha pareggiato fin qui 17 partite su 34 giocate (50%): nessuno ha fatto meglio nei top-5 campionati europei e, nelle diverse categorie1professionistiche italiane, solamente il Pineto (18) e Novara (19) ne hanno fatti registrare di più.
L’unico obiettivo rimasto da centrare per il Napoli è il raggiungimento di una posizione valida per la qualificazione ad una competizione europea, ma gli azzurri non si trovano nel loro migliore periodo della stagione, e infatti la buona prestazione offerta nel Derby del Sole contro la Roma, non è però coincisa con una vittoria (2-2), ed ha allungato l’astinenza dalla vittoria a 3 gare. L’ultima vittoria refertata dagli azzurri, infatti, è il 2-4 all’U-Power Stadium di Monza della 31° giornata. Con il pareggio conquistato contro la Roma, il Napoli è arrivato a quota 50 punti, la cifra di punti esatta con cui ha terminato il girone di andata nella stagione precedente che ha condotto al Tricolore.
Seppur gli azzurri presentino il 4° rendimento esterno dell’intero campionato di Serie A, con la sconfitta sul campo dell’Empoli (1-0) ha allungato una sequenza per nulla positiva, caratterizzata da sole 2 vittorie (2-4 sul Monza e 1-6 al Sassuolo), 3 pareggi e 7 sconfitte.
I precedenti tra Napoli ed Udinese suscitano nei tifosi partenopei dei dolci ricordi: infatti la squadra bianconera è riuscita a mettere insieme solamente 2 punti negli ultimi 15 confronti e per ritrovare una vittoria friulana è necessario tornare indietro al 3 aprile 2016, quando l’Udinese si impose per 3-1 con una doppietta di Bruno Fernandes. L’incontro più recente in Friuli è l’1-1 datato 4 maggio 2023, che assegnò matematicamente lo Scudetto agli azzurri di Luciano Spalletti.
Il precedente a campi invertiti del match di andata invece è terminato con il risultato di 4-1 in favore dei partenopei allora guidati da Rudi Garcia, in una delle rare vittorie back-to-back dei napoletani in questa stagione.
Finiscono sotto i riflettori Lazar Samardzic e Victor Osimhen: il centrocampista serbo trova nella squadra partenopea la sua vittima preferita nelle competizioni italiane, avendo già segnato 2 marcature contro gli azzurri, compreso il gol della bandiera bianconero nel match di andata. Victor Osimhen è in un buon periodo di forma avendo trovato tre reti nelle ultime quattro gare disputate. Inoltre, l’attaccante nigeriano ha trovato la rete in cinque sfide consecutive contro l’Udinese, e solamente due calciatori nella storia del Napoli hanno trovato la marcatura in sei occasioni consecutive contro la stessa squadra: Gonzalo Higuain (vs Lazio) e Dries Mertens (vs Bologna).

La partita
Nell’avvicinamento al match del Bluenergy Stadium, Mister Cannavaro ha avuto sempre meno opzioni tra cui scegliere, infatti gli ospiti sono privi dell’attaccante francese Florian Thauvin, del centrocampista sloveno Sandi Lovric, del difensore argentino Lautaro Giannetti, del portiere italiano, attualmente in seconda, Marco Silvestri, e il difensore camerunense Enzo Ebosse, per un problema al ginocchio, a cui si associa il lungodegente Gerard Deulofeu. Agli assenti per infortunio, i friulani non possono contare nemmeno su Nehuen Perez – vicinissimo al Napoli nel 2mercato di riparazione – e Martin Payero – in gol contro il Bologna – che dovranno scontare una giornata di squalifica. Mister Cannavaro, quindi, conferma il suo 3-4-2-1: nel reparto difensivo, rispetto al pareggio di Bologna, Joao Ferreira sostituisce Nehuen Perez; mentre tra la linea di centrocampo lo squalificato Payero viene prelevato dallo spagnolo Oier Zarraga; nel reparto offensivo, alle spalle del confermatissimo Lucca, il brasiliano Brenner viene preferito all’uruguagio Roberto Pereyra.
Anche il coach azzurro Francesco Calzona è costretto a modificare la formazione rispetto alla convincente prestazione contro la Roma, a causa del confermato infortunio alla gamba di Piotr Zielinski, a cui si aggiunge Khvicha Kvaratskhelia per un risentimento muscolare, Giacomo ‘Jack’ Raspadori per un problema alla caviglia, il secondo portiere Pierluigi Gollini per un problema alla spalla e anche Leander Dendoncker. Riesce a partire con la squadra Juan Jesus, che in settimana però ha svolto lavoro differenziato, perciò nella line-up viene preferito Leo Ostigard. Nella zona pulsante del canonico 4-3-3 viene inserito lo svedese Jens Cajuste, mentre in attacco sulla sinistra – data l’assenza contemporanea di Kvaratskhelia e Raspadori – viene data una chance da titolare a Jesper Lindstrøm.
Prima frazione di gioco caratterizzata da ritmi estremamente bassi, dettati da un’Udinese molto stretta ed accorta ed un Napoli poco mobile, con un possesso palla sterile. Quasi bypassabile in termine di emozioni, ma spiccano tra gli highlights due occasioni a tinte bianconere.
Al 34’, Ehizibue viene imbeccato alle spalle della difesa azzurre e serve al centro Lucca, che però viene murato. Sulla ribattuta Samardzic non inquadra lo specchio della porta difesa da Meret.
Al 43’, Samardzic trova in area Bijol, che in girata sfiora l’angolino della porta azzurra.
Il Napoli sembra entrare nella ripresa con un nuovo piglio, infatti, dopo un solo minuto di gioco ha la prima occasione del secondo tempo – e del match: Cajuste recupera palla in area, in tandem con Osimhen, e tenta il tiro, facilmente intercettato da Okoye.
Si sblocca la partita al 50’, quando Victor Osimhen svetta in area di rigore su un cross di Politano proveniente dalla corsia di destra (0-1).
La reazione a caldo dell’Udinese è tutta nell’azione personale di Keinan Davis, che scarica un destro dal limite dell’area su cui interviene prontamente Alex Meret.
Altra sliding door del match: Lindstrom recupera palla a metà campo, Lobotka riceve e conduce palla, ma serve Osimhen con un attimo di ritardo, con il nigeriano che sigla il gol del raddoppio. Il VAR però rileva un offside, e annulla la rete, quindi, si resta sul punteggio di 0-1.
Ulteriore occasione per il raddoppio azzurro: Di Lorenzo imbuca per Osimhen, che colpisce Okoly, il quale gli aveva coperto il primo palo. Sulla ribattuta, Bijol si immola per impattare il tiro di Traorè.
Al 92’, in una delle ultime azioni del match: Zemura con il mancino mette una palla in area su Kristensen, che gioca di sponda. Su questa palla si 3fionda Success, in anticipo sui difensori azzurri, e sigla la rete del pari.
L’ultima immagine della partita è l’Udinese che esulta sotto i suoi tifosi, una rete fondamentale per lottare per la permanenza in Serie A. Il fotogramma più emozionante, invece, risale al minuto 15’, quando le squadre si sono fermate per ricordare le vittime del terremoto in Friuli del 6 maggio 1976 – data in cui l’Udinese non aveva mai calcato il terreno di gioco.

Il punto Della Pietra
Udinese – Napoli è un compendio dell’andamento delle sue squadre in questa stagione: friulani che non riescono ad esporre un buon gioco di fase offensiva, ma che soffrono di pareggite – 18 pareggi in stagione per loro. Napoli, invece, che si mostra a due facce prima svogliato, poi attivo nel secondo tempo, ma si arena ad un passo dal successo con l’ennesima distrazione difensiva di un’annata nefasta – sono 14 su 14 le sfide dell’era Calzona in cui il Napoli ha subito almeno una rete.
Il match inizia con dei ritmi lenti, molto lenti, legati all’importanza della gara soprattutto per la squadra di casa, ma anche indotti da un metro arbitrale che non lascia sfuggire nemmeno un contatto e rende meno scorrevole la partita. Mister Cannavaro nella prima frazione di gioco riesce ad imbrigliare la manovra del Napoli, coadiuvato però da una squadra azzurra poco mobile e che cerca poco la profondità: la squadra bianconera è corta e stretta, lasciando passare pochi palloni all’interno della retroguardia e costringendo gli azzurri a chiudere il primo tempo senza tiri verso lo specchio di Okoye. È infatti l’Udinese ad avere più opportunità nella prima frazione di gioco.
Il Napoli approccia però al secondo tempo con un altro atteggiamento, è più rapido e più mobile, fino a trovare la rete del vantaggio sullo stacco imperioso di Victor Osimhen. L’Udinese inizia ad affacciarsi nella metà campo avversaria, impensierendo a più riprese il portiere azzurro Meret, ma essendo spesso imprecisa nelle conclusioni. Gli azzurri hanno diverse chance per raddoppiare e chiudere la partita, ma prima il VAR e poi una buona parata di posizione di Okoye mantengono il match in bilico, fino a che nel recupero l’Udinese, con Isaac Success, non trova la rete del pareggio su una disattenzione difensiva della retroguardia partenopea. La sfida termina sul risultato di 1-1, come nella passata stagione, ma questa volta non significa Tricolore per gli azzurri.
Sembra una maledizione quella degli azzurri che per la seconda settimana consecutiva si vedono raggiungere nei minuti di recupero. Se al pizzico 4di sfortuna si aggiunge una difesa tutt’altro che impenetrabile, il risultato è quello di subire gol perfino da calciatori che non trovavano la marcatura da un anno o più: prima Cerri, poi Abraham e adesso Success.
Napoli che sembra derubricare l’obiettivo Conference approcciando in maniera negativa al match, agguantando sì l’ottava posizione valida per la UECL, ma con una sola lunghezza di vantaggio sulla Fiorentina, che ha una gara da recuperare. L’Udinese invece, complice una prestazione convincente, raccoglie un altro punto e, calendario alla mano, ricco di scontri diretti, ha il suo destino nelle proprie mani.

La classifica di giornata
Con il pareggio di giornata contro il Napoli (1-1), l’Udinese riesce a rimanere attaccato all’Empoli, appena al di sopra della zona calda di classifica, che si è fermato sul pari con il Frosinone (0-0). Anche il Cagliari raccoglie un solo punto nella sfida contro il Lecce (1-1), mentre ottiene la posta piena il Verona che sconfigge una Fiorentina con la testa alla Conference (2-1). Ottiene tre punti insperati sulla carta il Sassuolo, che batte l’Inter già Campione d’Italia, con il risultato di 1-0. Chiude la zona rovente di classifica, il fanalino di coda già retrocesso, Salernitana, che viene battuta a domicilio da un’Atalanta alla ricerca di punti Champions (1-2). Nella zona alta di classifica permane lo status quo, dove tutte le grandi pareggiano: Milan (2°) fermato sul pari dal Genoa (3-3), mentre la Juventus ottiene un punto in uno stadio complicato come l’Olimpico di Roma (1-1); il Bologna termina il match a reti bianche contro il Torino (0-0), mentre Lazio e Napoli pareggiano rispettivamente contro Monza (2-2) e Udinese (1-1). Fa eccezione l’Atalanta che batte la Salernitana all’Arechi e agguanta la Roma nella bagarre per il 5° posto, valido per la Champions League.

Pagelle
Udinese: Okoye 6; Ferreira 5, Bijol 5.5, Kristensen 6.5; Ehizibue 6 (69′ Ebosele 6), Walace 6, Zarraga 5.5, Kamara 5.5 (87′ Zemura s.v.); Samardzic 6, Brenner 5 (53′ Success 6.5); Lucca 5 (53′ Davis 6.5). Allenatore: Fabio Cannavaro 6.5

Napoli: Meret 6; Di Lorenzo 6.5, Rrahmani 6, Ostigard 5, Olivera 6; Anguissa 5, Lobotka 7, Cajuste 6 (73′ Traoré 6); Politano 6.5, Osimhen 7 (87′5 Simeone s.v.), Lindstrom 5.5 (81′ Ngonge s.v.). Allenatore: Francesco Calzona 6

I migliori
Lobotka 7: Una lavatrice con il programma delicato: ripulisce ogni pallone che graviti dalle sue parti. Anche questa volta, conta una quantità innumerevole di recuperi. Tarda di poco il passaggio sullo 0-2, prima siglato e poi annullato dal VAR.

Osimhen 7: Passano di lì solamente due palloni giocabili e li trasforma entrambi in oro, ma il VAR gli nega una rete. Dopo la rete si libera di qualche catena e partecipa maggiormente, ma la squadra abbassa i giri del motore.

Success 6.5: La mossa azzeccata di Cannavaro. Ritrova il gol dopo 379 giorni, contro gli azzurri di questi tempi va di moda. Con la sua rete incentiva le speranze di salvezza.

Cannavaro 6.5: Imbriglia la manovra del Napoli nel primo tempo, costringendolo a 0 tiri in porta. Nel secondo tempo, dopo lo svantaggio, modifica gli interpreti e azzecca tutte le scelte con Davis e Success che mettono la loro impronta sulla partita.

I peggiori
Anguissa 5: Si chiede disperatamente la restituzione di Frank Zambo: ultima volta visto con continuità in Qatar, poi una sporadica apparizione a Francoforte. Da lì in poi non è più lui. Nel match del Friuli è privo di idee e troppo statico.

6Ostigard 5: Compassato e insicuro in fase di impostazione, se la cavicchia in marcatura. Si fa buggerare da Success sulla rete del pari. La sua prestazione non convince e forse davvero Juan Jesus è davvero il minore dei mali.

Brenner 5: Parte frizzante nel match infastidendo Di Lorenzo in pressione, ma sul lungo si sgasa come una coca-cola lasciata aperta sotto il cielo d’agosto.

Lucca 5: Evanescente. Appare solo quando colpisce Rrhamani, sull’occasione costruita da Ehizibue.

Arbitro
Aureliano 6: Arbitraggio compassato, ma con fermezza. La partita non sboccia mai e lui la gestisce con personalità, eccedendo anche nel controllo dei cartellini – conclude il match con 0 cartellini estratti. Dopo un primo tempo senza sussulti nemmeno da parte sua, nella ripresa è costretto a gestire qualche episodio spinoso.
Al 68’, Success punta Lobotka sulla linea dell’area di rigore, e l’attaccante nigeriano finisce per terra, ma cerca lui il contatto, accentuando la caduta. Corretto non fischiare il rigore, ma unico appunto: Success nella caduta travolge Oliveira, perché non fischiare fallo in attacco?
Al 77’, Osimhen cade sull’uscita bassa di Okoye: il contatto è minimo e la protesta anche. Anche in questo caso, decisione corretta perché il portiere interviene nettamente sul pallone.
Coadiuvato bene dal VAR che lo aiuta nell’annullare il gol del temporaneo 0-2: Osimhen è un ginocchio al di là della linea bianconera. Al 93’, check per valutare la posizione di Kristensen sulla sponda per il gol di Success, dichiarata regolare.

Nola, 8 maggio 2024