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Tommy Ramone alle origini del punk rock
di Emanuela Cristo

Tommy Ramone primo batterista e manager di una delle più importanti band punk rock di sempre. E’ scomparso nel luglio del 2014, a causa di una malattia, nella sua casa del Queens, il quartiere di New York dove tutto ebbe inizio. Tommy suonò nei primi tre dischi del gruppo, considerate delle vere e proprie pietre miliari della musica.

Nel ’78 decise di uscire dalla band continuando a ricoprire la figura di manager e produttore per i Ramones stessi, ma anche per i The Replacements, i Redd Kross, i Rattlers e i Talking Heads.

I Ramones

“Pensavo che quello che stavamo facendo fosse unico, eccitante e anche potenzialmente influente. Siccome inizialmente ero il manager della band, avevo una prospettiva più ampia su ciò che succedeva fra i ragazzi. Conoscevo le qualità della band. Eravamo sull’orlo di qualcosa di molto importante e sapevo che qualcosa di ancora più grosso sarebbe successo di lì a poco.”

Tamás Erdélyi era nato a Budapest da una famiglia di ebrei ungheresi ma era cresciuto nel Queens, a Forest Hills, dove conobbe gli altri membri dei futuri Ramones. Johnny Ramone ricorda che si incontrarono a scuola e sentì subito che li accomunava il loro essere “reietti”.

Fu Tommy a spingere Johnny, Joey e Dee Dee a formare una band. Inizialmente ritagliando per sé stesso un ruolo più che altro manageriale, occupandosi di trovare gli strumenti e organizzare le prove. In seguito, però, passò alla batteria, visto che Joey non riusciva a stare dietro al ritmo del gruppo e tutte le audizioni per trovare un sostituto non erano andate a buon fine. Fu sempre lui che individuò le potenzialità da cantante di Joey stesso.

I ragazzi decisero di prendere tutti “Ramone” come cognome d’arte per dare un senso di maggior compattezza e fratellanza al gruppo. Le prime esibizioni al CBGB di New York (locale che divenne in seguito luogo di culto per i gruppi emergenti) non riscossero molto successo, il pubblico era sempre abbastanza scarso. Tra l’altro erano sempre molto brevi perché la band non aveva ancora a disposizione molti pezzi. Ma a poco a poco il numero degli avventori aumentò e iniziarono ad uscire le prime recensioni positive sulle riviste musicali. Spesso ad assistere vi si potevano trovare Andy Wahrol o Lou Reed.

La trilogia dei Ramones

Il primo contratto discografico lo firmarono con la Sire Records nel ’75 e l’anno dopo pubblicarono l’omonimo album di debutto. Il disco ebbe subito un buon riscontro, a dire il vero più in Inghilterra che in patria. Ma l’ascesa dei Ramones era cominciata e un album dopo l’altro riuscirono a convincere anche i più scettici della loro decisiva svolta musicale.

“Al momento della sua pubblicazione, nell’aprile del 1976, il primo album dei Ramones fu strabiliante. Rimane uno dei pochi dischi che abbiano cambiato irreversibilmente il pop, ma tutti i primi tre album del gruppo sono determinanti. Dopo di che c’è l’immortalità.” Jon Savage, critico musicale

Il secondo album fu Leave Home e uscì nel ’77. Così come Rocket to Russia. I tre lavori compongono la cosiddetta “Trilogia dei Ramones”, che ha delineato in modo significativo la musica punk.

Alle origini del punk rock

Nel ’78 Tommy decise di lasciare il gruppo. Si era sempre sentito un corpo un po’ estraneo, diverso dagli altri membri, che spesso lo schernivano proprio per questa sua indole molto più tranquilla rispetto a loro. Lui stesso disse, poi, di esserne uscito “per evitare di impazzire”.

“Era fantastico per un ragazzo di ventun’anni andare al supermercato a comprarsi delle patate e gli ingredienti per farsi un hamburger per cena quando io ad esempio passavo il tempo a mangiare patatine fritte e droga.” Dee Dee Ramone

Alla batteria subentrò Marky Ramone e Tommy coprodusse i successivi due lavori della band: Road to Ruin del ’78 e Too Tough to Die dell’84. Inoltre, si dedicò all’attività di manager e produttore anche per altre band. Dal 2006 era tornato a suonare in un duo bluegrass, insieme alla compagna Claudia Tienan: gli Uncle Monk. Quando è morto nel 2014, era in lavorazione il loro secondo album.

Nonostante l’indole pacata che lo rese sempre un elemento un po’ estraneo all’interno di quell’amalgama irrequieta ed esplosiva, il playing del quiet one dei Ramones ebbe comunque un ruolo fondamentale per definire il sound di una delle band più influenti del punk rock.

Non si trattava solo di musica nei Ramones: era un’idea. Si trattava di riportare indietro un’intera atmosfera che mancava nella musica rock. Era una vera spinta verso l’esterno per dire qualcosa di nuovo e di diverso. Originariamente non era che una cosa artistica; alla fine ho sentito che era qualcosa di abbastanza buono per tutti”. Tommy Ramone

Napoli, 30 ottobre 2023