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Urge educare alla Bellezza…del Rispetto
di Martino Ariano

 

Come introdotto nell’articolo precedente ultimamente si stanno verificando alcuni avvenimenti e polemiche, che pur d’origini differenti, sono fortemente collegabili ad un medesimo argomento: l’assenza di un’educazione al rispetto (nell’articolo precedente mi soffermai sull’assenza dell’educazione alla bellezza).
In altri termini: vandalismo, bodyshaming, bullismo.

Argomenti, azioni e gesti che l’uomo del XXI secolo dovrebbe aver superato da un pezzo e che invece si ostina ad alimentare, ponendosi allo stesso livello delle bestie.

Ad incentivare queste bassezze o semplicemente ad alimentare l’ignoranza intervengono purtroppo i Social Network.

Nati per mettere facilmente in comunicazione le persone, o semplicemente per condividere contenuti, storie, aneddoti mediante immagini e/o video, i Social Network spesso si trasformano in trincee, dove i cosiddetti “leoni da tastiera”, di qualsiasi età, si sentono liberi di scrivere, commentare e soprattutto criticare persone, gesti, fatti. Nell’89% dei casi ignori completamente sia dell’argomento, tema in questione sia di un valore umano sempre più raro, il rispetto verso gli altri.

Proprio su uno di questi social, TikTok, il social dei video, quello più in voga negli ultimi anni, è nata una challenge, la quale ha poco da farci ridere, anzi ci deve far riflette e anche seriamente.

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Premettendo che una challenge è una sfida che vede un susseguirsi di video, il cui obiettivo è una data azione, gesto o iniziativa. Fin qui tutto bene, soprattutto se si tratta di puro intrattenimento o se usato per sensibilizzare su un particolare argomento.

Ma una delle ultime challenge è al dir poco vergognosa. Si chiama Boiler Summer Cup ed ha come obiettivo il sedurre in discoteca ragazze curvy, tutto accompagnato ovviamente da un video che immortali questa “missione” per poi postare il tutto su Tik Tok e innescare una sfida nel trovare una ragazza il cui peso sia maggiore. Tale gioco ha alla base anche una serie di punti: 80-90 kg: 1 punto; 90-100 kg: 2 punti; 100-110 kg: 3 punti; oltre i 110 kg: 5 punti; punti extra se la ragazza “non si lava e puzza”.

Si è superato il limite della decenza, tutto ciò non ha nessun nesso con l’intrattenimento, l’ironia, ma sicuramente con bullismo e body shaming.

Con un video di pochi minuti si cancellano anni di lotte, convegni, studi, processi penali e soprattutto progressi sociali e personali.

Proprio per questo vi invito a leggere il libro di Vera Gheno e Bruno Mastroianni, Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello. Cerchiamo di tenere acceso il cervello, soprattutto per evitare cattiverie gratuite per non dire bimbom******te mentre usiamo i social!

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Non serve ricercare conoscere la psicologia o la sociologia, non basta ascoltare ore di dibattiti televisivi (spesso sterili) o in extremis arrivare ad un fatto di cronaca, in cui una ragazza si è tolta la vita, per comprendere i gravissimi danni che questo tipo di derisioni, di “giochi” possono causare in chi li subisce.

Anche perché dietro il fragore della cronaca nera o le chiacchiere dei dibattiti televisivi, ci sono tantissime realtà silenti, nasconde, in cui la sofferenza è vissuta in silenzio.

Determinati “giochi”, sono dei veri e propri crimini, sono delle vere e proprie violenze, spesso non adeguatamente punite. Il motivo principale dell’assenza di una condanna è che il colpevole, bastardo, vigliacco e codardo, si nasconde dietro una rete, che purtroppo non è quella carceraria, ma quella virtuale. Una rete quindi ingestibile, ingiusta, vigliacca, che necessita di una seria regolamentazione.

Ecco perché serve urgentemente l’educazione sessuale nelle scuole e perché no, l’incremento delle ore di storia dell’arte.

L’educazione sessuale non è l’indottrinamento all’orientamento sessuale come si ostinano ad affermare molte persone (politici compresi), enormemente ignoranti in materia.

L’educazione sessuale è educare al rispetto della persona, indipendentemente dal suo essere uomo o donna. Non è solo spiegare le varie e possibili libertà espressive ed emotive connesse al sesso, ma insegna soprattutto il rispetto dei nostri ed altrui corpi, dando delle basi per meglio osservarli, toccarli e goderceli.

Il corpo è un contenitore, ma se questo viene ammaccato, colpito, danneggiato, anche il suo contenuto ne risente. Quindi bisogna viverlo, curarlo, conoscerlo e soprattutto rispettarlo.

Basta con una società basata su etichette, standardizzata e basata sulla produzione in serie di corpi perfetti, scolpiti, “da copertine”, tendenti allo scheletrico.

Ed ecco che subentra l’importanza dello studio dell’arte. Questa disciplina, da tutti sottovalutata e speso ignorata, permette di indagare la rappresentazione dei corpi nelle varie epoche, restituendoci la visione della bellezza.

Corpi che di scultoreo hanno solo la tecnica usata, corpi che con le loro forme curvy, mediterranee, “morbide” sono divenuti emblemi encomiastici di bellezza universale, del “bello ideale”.

[A tal proposito, vi invito a leggere, il mio articolo su Le forme delle femminilità nell’arte]

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Mediante l’arte si può promuovere la conoscenza del rapporto tra la nostra contemporaneità e il mondo classico, rendendoci più consapevoli della figura naturale della donna (e dell’uomo). Di conseguenza permette di sfatare miti e icone di particolari forme fisiche, promuovendo l’inclusione, l’accettazione e il rispetto di tutti i tipi fisici.

Ovviamente non bisogna dimenticare o sottovalutare i progressi raggiunti ad oggi, che si basano su un concetto più inclusivo di immagine corporea. Ma tutto ciò, sembra ancora troppo poco, ci sono ancora tanti passi da compiere.

Incominciamo a connettere il cervello e poi il nostro smartphone o il nostro computer.

E poi ne riparliamo!

 Madrid, 24 giugno 2023