Andrea Vaccaro tra sacro e profano
Andrea Vaccaro tra sacro e profano
di Achille della Ragione
Andrea Vaccaro è uno dei pittori più importanti del Seicento napoletano e la sua produzione gareggia con quella di Luca Giordano in quanto a numero di dipinti; infatti lui oltre a soddisfare una clientela ecclesiastica, che gli richiedeva pale d’altare, era molto richiesto anche da una committenza laica,sia napoletana sia spagnola, che il Vaccaro, soddisfaceva utilizzando una tavolozza monotona con facili accordi di bruni e di rossicci, con i quali creava scene bibliche e mitologiche e le sue celebri mezze figure di donne nelle quali persegue un’ideale femminile di sensualità latente.
Diviene così il pittore della “quotidianità appagante, tranquilla, a volte accattivante, in grado di soddisfare le esigenze di una classe paga della propria condizione, attenta al decoro, poco incline a lasciarsi coinvolgere in stilemi, filosofici letterari, o mode repentine, misurato nel disegno, consolante nell’illustrazione; Andrea ottenne il suo indice di gradimento in quella fascia della società spagnola più austera e di consolidate opinioni e per converso in quelle napoletane di pari stato ed inclinazione” (De Vito).
Tra i suoi dipinti “laici”, alcuni, di elevata qualità, sembrano animati da un’agitazione barocca che raggiunge talune volte un coro da melodramma.
Le sue sante, martiri o non, in sofferenza o in estasi che siano, sono donne vive, senza odore di sacrestia, a volte perfino provocanti nel turgore delle forme e nell’espressione di attesa non solo di sposalizio mistico, «col bel girare degli occhi al cielo» (De Dominici) e con le splendide mani dalle dita affusolate a ricoprire i ridondanti seni.
tav. 3 – Andrea Vaccaro – Maddalena dal seno prorompente – 99 – 74 – Acerra, collezione Pepe
Il Vaccaro fu artista abile nel dipingere donne, sante che fossero, pervase da una vena di sottile erotismo, d’epidermide dorata, dai capelli bruni o biondi, di una carnalità desiderabile sulle cui forme egli indugiò spesso compiaciuto col suo pennello, a stuzzicare e lusingare il gusto dei committenti, più sensibili a piacevolezze di soggetto, che a recepire il messaggio devozionale che ne era alla base. Egli si ripeté spesso su due o tre modelli femminili ben scelti, di lusinghiere nudità, che gli servirono a fornire mezze figure di sante martiri a dovizia tutte piacevoli da guardare, percepite con un’affettuosa partecipazione terrena, velata da una punta di erotismo, con i loro capelli d’oro luccicanti, con le morbide mani carnose e affusolate nelle dita, con le loro vesti blu scollate, tanto da mostrare le grazie di una spalla pallida, ma desiderabile. I volti velati da una sottile malinconia e con un caldo languore nei grandi occhi umidi e bruni, che aggiungono qualcosa di più acuto alla sensazione visiva delle carni plasmate con amore e compiacimento. Le sue sante, tutte espressioni di una terrena beatitudine. L’idea del martirio e della penitenza è sottintesa ad un malizioso compiacimento e venata da una appena percettibile punta di erotismo. Queste eterne bellezze mediterranee dal volto sensuale ed accattivante fanno mostra del loro martirio con indifferenza e con lo sguardo trasognato, incuranti degli affanni terreni e con gli occhi che, pur fissando lo spettatore, sembrano proiettati fuori dal tempo e dallo spazio. Dalle tele promana una dolcezza languida, serena, rassicurante, che ci fa comprendere con quanta calma queste sante, avvolte nelle sete rare delle loro vesti acconciatissime, abbiano affrontato il martirio, sicure della bontà delle loro decisioni, placando e spegnendo ogni sentimento e sensazione negativa quali il dolore, la sofferenza, lo sdegno ed esaltando la calma serafica, la serenità dell’animo, la certezza di una scelta adamantina. La pittura in queste immagini dolcissime e sdolcinate cede il passo alla poesia, che si fa canto soave ed incanta l’osservatore.
tav . 2 – Andrea Vaccaro – Donna in preghiera – 92 – 72 – (particolare) Lecce, collezione Terragno.
Per chi volesse approfondire la vasta produzione del pittore consiglio di digitare in rete “Andrea Vaccaro opera completa” e potrà consultare la mia esaustiva monografia sull’artista ed ammirare centinaia di foto di dipinti.
Dopo questa lunga prefazione vogliamo ora presentare ai nostri lettori due quadri nei quali si esprimono i due aspetti complementari della sua produzione: il sacro ed il profano.
Il primo (tav. 1) appartenente alla collezione Terragno di Lecce rappresenta il culmine della beatitudine, che si esprime degnamente con le mani congiunte dalle dita ben tornite (tav. 2), un prelievo letterale dallo stile di Guido Reni. Mentre il secondo (tav. 3) raffigurante un Maddalena dal seno prorompente, della collezione Pepe di Acerra entra a pieno titolo in quella serie di quadri erotici, che avevano permesso al Vaccaro di fregiarsi meritatamente del titolo di specialista del decoltè.
Napoli, 31 gennaio 2022