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Col cambiamento climatico cala la disponibilità di acqua
di Pasquale Falco

Il team internazionale di scienziati Sara Masia, Antonio Trabucco, Donatella Spano, Richard Snyder, Janez Susnik, Serena Marras, guidati dalla Fondazione Cmcc (il Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici) ha prodotto lo studio A modelling platform for climate change impact on local and regional crop water requirements, nel quale si evince che le condizioni climatiche previste per i prossimi decenni minacciano la disponibilità d’acqua nel bacino del Mediterraneo e, di conseguenza, i suoi sistemi agricoli, che dipendono fortemente dall’irrigazione.

untitledSappiamo che in Italia l’agricoltura è il settore che si contraddistingue per essere il maggiore utilizzatore di acqua, dato che più del 50% del volume complessivamente utilizzato nel nostro Paese è destinato all’irrigazione, ma, la crisi climatica in corso impone una profonda ottimizzazione del consumo della stessa: al momento siamo ancora in tempo per governarla, ma se non verrà messa in campo una strategia dedicata sarà il clima a imporre il cambiamento.

fig1-agricolturaLa ricerca ha lo scopo di fornire indicazioni per un’agricoltura di precisione su scala locale, contribuire alla comprensione delle azioni necessarie anche ad una scala più ampia, favorire lo sviluppo di politiche di adattamento ai cambiamenti climatici sempre più efficaci.

Lo studio si è avvalso di diversi modelli colturali (ad es. EPIC, WOFOST, CERES-Maize) e idrologici (ad es. DREAM, SWAT, HYDRUS), in grado di accoppiare la crescita delle colture, il bilancio idrico del suolo e le pratiche di irrigazione per valutare la gestione dell’acqua agricola sia a scala locale che regionale.

In questo lavoro, il modello di Simulazione dell’evapotraspirazione dell’acqua applicata (SIMETAW#) è stato implementato in linguaggio di programmazione R con due nuove versioni in grado di stimare il consumo di acqua delle colture, la domanda di irrigazione e la programmazione a scala locale (SIMETAW_R) e regionale (piattaforma SIMETAW_GIS) utilizzando vasti set di dati geospaziali climatici e ambientali.

SIMETAW_R è stato convalidato in dieci siti sperimentali e le prestazioni di SIMETAW_GIS nei paesi mediterranei sono state valutate stimando l’impatto del cambiamento climatico sul fabbisogno di acqua di mais, frumento e uva in passato (1976-2005) e condizioni climatiche future (2036-2065), negli scenari RCP4.5 e RCP8.5.

Semplificando: nei paesi mediterranei, con il clima previsto per trentennio 2035-2065, la produzione di mais, grano e uva richiederà rispettivamente in media il 13%, il 16% e il 10% in più di acqua sotto gli scenari climatici RCP 8.5 e RCP 4.5 (dove RCP 8.5 indica uno scenario ad alte emissioni di gas serra e RCP 4.5 uno scenario intermedio che prevede l’adozione di alcune efficaci politiche di controllo e riduzione delle emissioni). Al contempo la crescente siccità comporterà un generale declino della resa, specialmente per le colture di base come il mais e il grano.

Per accelerare il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, le politiche e le strategie dovrebbero essere sviluppate valutando le interconnessioni, le sinergie e i trade-off tra i vari settori. Soltanto questo approccio integrato può supportare i decisori politici ad una oculata gestione integrata sostenibile delle risorse che ci metta al riparo da future carenze di acqua.

Napoli, 19 novembre 2021