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Vivere in Campania è a rischio naturale… e non solo in Campania!
di Pasquale Falco

 

Il rischio naturale: intervenire sulla diminuzione del fattore pericolosità.

Separatore_007FORMULA RISCHILa salvaguardia del territorio è uno dei punti fondamentali della strategia di azione per lo sviluppo sostenibile, e uno dei criteri di orientamento della politica di sostenibilità è individuato nella riduzione dei rischi.

Tra questi, in primo piano vi è il Rischio Naturale, inteso come il prodotto tra la probabilità che accada un fenomeno naturale potenzialmente pericoloso (pericolosità), la vulnerabilità del territorio colpito (compresi i beni in esso contenuti) e il valore economico dei beni esposti nel territorio stesso.

Il Rischio è direttamente proporzionale al danno atteso per l’uomo (inclusi i beni economici e sociali) e l’ambiente.

Pericolosità e rischio sono quindi aspetti complementari dello stesso problema; tali concetti tendono spesso a essere usati in maniera confusa e ambigua, fino a scambiarne il significato.

La Pericolosità di un evento naturale (es., terremoti, eruzioni vulcaniche, frane, inondazioni, valanghe, etc.) è definita come la probabilità che l’evento, di una certa magnitudo, si verifichi in una specifica area ed entro un determinato periodo di tempo.

Il Rischio Naturale consegue dalla pericolosità, quando l’evento minaccia, in maniera più o meno intensa, la vita umana, i beni e le risorse economiche, l’ambiente.

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Intervenire sulla diminuzione del fattore pericolosità è praticamente impossibile; molto invece può essere fatto per le componenti 7vulnerabilità e danno.

Per un territorio esposto ad un rischio naturale, l’unico strumento a disposizione in grado di diminuirne l’entità e di tutelare la sicurezza individuale e collettiva consiste nella conoscenza stessa del rischio.

Conoscendo il territorio e la sua pericolosità, è possibile adottare strategie ed azioni di mitigazione del rischio

La salvaguardia della vita umana, dei beni e risorse economiche, dell’ambiente richiede innanzitutto una precisa individuazione e caratterizzazione delle aree soggette a pericolosità.

che passi necessariamente e preliminarmente attraverso la previsione e la prevenzione.

E’ quello che è chiamato a fare oggigiorno il Servizio Nazionale di Protezione Civile; ha il compito di “tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni e dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e altri eventi calamitosi”.

Lo fa, seguendo quattro direttrici principali:

doc2previsione, intesa come attività svolta alla individuazione della pericolosità e del rischio circa la tipologia dell’evento disastroso (cosa può accadere), le modalità con cui può manifestarsi l’evento; sono richieste diverse valutazioni previsionali:

  • prevenzione,
  • soccorso
  • ripristino della normalità (o superamento dell’emergenza, o ricostruzione).

Prevenzione e Previsione

8La prevenzione contempla tutte le misure realizzate in anticipo per limitare o evitare i danni prodotti come conseguenza dell’insorgenza del rischio in questione.

Si tratta di misure realizzate a lungo termine in funzione dei rischi dominanti e che in generale contemplano l’adeguata gestione del territorio in funzione della mappa dei rischi, oltre alle azioni di carattere strutturale (opere di ingegneria, miglioramenti architettonici, ecc.), o non strutturale (legislazione e normative sugli usi del suolo in zone di rischio, ecc.).

La previsione si riferisce all’anticipazione del fenomeno con un maggiore o minore anticipo, che dipenderà dal tipo di fenomeno, dal momento che in alcuni casi esso si può realizzare solo con poche ore di anticipo e difficilmente si può determinare il luogo colpito (come nel caso di una piena improvvisa).

Esistono fenomeni per cui non è nemmeno possibile realizzare una previsione (terremoti).

Per altri, l’unica cosa che si può prevedere è se le condizioni ambientali saranno favorevoli per il suo potenziale scatenamento nei4 luoghi in cui esiste un certo rischio (valanghe).

La previsione è limitata, non solamente per la conoscenza dei fattori che intervengono nella manifestazione del rischio stesso, ma anche per i limiti che influenzano le tecniche di previsione in sé, essendo necessario in ogni caso un miglioramento continuo in cui siano integrate le ultimissime tecnologie.

In conclusione:  la prevenzione si riferisce a una pianificazione per un futuro non necessariamente immediato, nei termini di sostenibilità, generando misure che devono avere una durata prolungata per vari anni, ovvero, con un certo carattere statico in contrapposizione alla previsione, più dinamica, e che genera informazione e risultati in continuo aggiornamento.

Con questa nuova visione che ha aggiunto alle precedenti ed uniche funzioni di soccorso e assistenza anche la previsione e la prevenzione, la Protezione Civile si occupa di definire anche le cause delle calamità naturali.

Individuando i rischi presenti sul territorio e di mettere in campo tutte le azioni necessarie a evitare o ridurre al minimo la possibilità che le calamità naturali provochino danni.

Attraverso l’adozione a vari livelli territoriali di una Pianificazione d’Emergenza, grazie anche al decentramento delle funzioni (a competenze comunali, provinciali, regionali e statali).

Napoli, 14 settembre 2021