sab 23 NOVEMBRE 2024 ore 12.39
Home Politica “Celeste” nostalgia….

“Celeste” nostalgia….
di Carlo Gimmelli

Tutto cambi purchè nulla cambi…..

Sembra ieri quando all’indomani della straripante vittoria delle politiche del 2018, il neo presidente della Camera Roberto Fico, grillino integralista della prima ora, annunciava orgoglioso al popolo festante che no, nulla sarebbe stato come prima.

Nasceva la Terza Repubblica.

Occorreva dare una spallata forte agli odiosi privilegi dell’autodichia parlamentare dei marchesi del grillo di cui abbiamo già parlato, con buona pace della Alberti Casellati Serbelloni Mazzanti Vien dal Senato, ultimo baluardo della vetero politica in aereo blu.

I Vitalizi.

Ricalcolare su base contributiva il simbolo della Casta, il più odioso segno della sperequazione tra gli eletti, vincitori della lotteria delle elezioni, e il mondo reale, quello delle finte Partite i.v.a., dei “tempo determinato”, di quelli che la pensione non la vedranno mai.

Le leggi “ad personam” dei nostri gagliardi rappresentanti avevano infatti determinato casi vergognosi di ex deputati che, seduti una settimana o un solo giorno sul prestigioso scranno, percepivano da decenni assegni da 2500 euro al mese vita natural durante. Senza contare poi la reversibilità a vedove e figli,
proprio come una pensione cadeaux . Non male.

Non sarebbe stato un decisivo risparmio economico per le asfittiche casse italiche, ma un chiaro segnale che anche la casta doveva dare una parvenza di equità sociale, una finta vicinanza all’Elettore suo dante causa, un obiettivo su cui il Movimento aveva imperniato buona parte della valanga di voti ricevuti.
Togliere il vitalizio, inoltre, agli ex deputati condannati in via definitiva era un dovere morale in un paese drammaticamente in zona champions nella classifica dei paesi più corrotti d’Europa.

Effettivamente l’Ufficio di Presidenza della camera presieduto da Fico nell’estate 2018 in pochi mesi provvide a tagliare anche dell’ottanta per cento i generosi assegni erogati agli ex deputati e la stessa Casellati, pur riluttante e in ritardo, si adeguò al nuovo corso, per i senatori, seguita da Salvini e Meloni.

Altri tempi.

Inevitabile il grido di dolore degli ineffabili ex deputati e senatori, riuniti in associazione, come una Categoria a rischio, che, per riavere il prezioso obolo si affidavano al battagliero Maurizio Paniz ex deputato, avvocato, berlusconiano di ferro e relatore in Parlamento della storica panzana che Silvio B. credeva davvero che Ruby Rubacuori fosse nipote di Mubarak.

Improvvisamente venivano alla luce casi pietosi di ex onorevoli e vedove che avevano difficoltà ad apparecchiare il desco giornaliero, dopo aver servito la Patria, senza il meritato assegnone.

Ma il caso più emblematico di questa storia troppo italiana, riguarda il “Celeste” Formigoni, già eterno presidente della più ricca regione italiana, ricordiamolo, condannato in via definitiva a cinque anni di patria galera per corruzione oltre a svariate prescrizioni.

La storia è nota, il Celeste per anni avrebbe favorito gli “amici” della Sanità privata lombarda, ex eccellenza nazionale, in cambio di cene, viaggi, soggiorni e dazioni per circa 70 milioni di euro, causando un danno erariale alla Regione di oltre 50 milioni di euro mai restituiti.

Grazie alla cosiddetta legge “spazzacorrotti” fortemente voluta dal movimento 5 stelle, per l’ex governatore si aprirono le porte di S. Vittore e contestualmente gli venne revocato il ricco vitalizio.

Tutto bene! Giustizia è fatta?

Manco per niente, il gagliardo “Celeste” pregiudicato, cominciava una lunghissima e tenace guerra con l’Ufficio di Presidenza del Senato per riottenere il benefit e, grazie ad una serie di supercazzole carpiate in punta di diritto, equiparando il vitalizio ad una normale pensione da lavoro (?) e appellandosi alla legge sul Reddito di cittadinanza che revoca la pensione solo ai condannati per mafia e terrorismo, i suoi avvocati hanno riottenuto dal Consiglio di garanzia del Senato, che decide autonomamente, al posto del giudice per i comuni mortali, il ripristino con gli arretrati del ricco assegno. Amen.

Ovviamente tale decisione varrebbe erga omnes anche per altri casi di “onorevoli” pregiudicati che sentitamente ringraziano.

La notizia, passata quasi in sottofondo, è stata ignorata e poco commentata dai leader (?) politici della maggioranza, allineati e coperti sotto la pax “draghiana”, se si esclude qualche isolato grido di dolore dei pentastellati e l’indignazione del solito dibba, lasciato ad abbaiare alla luna.
Insomma un vero Congresso di Vienna in salsa tricolore che avrebbe messo mano alla restaurazione dopo il sogno grillino.

Ora, al di là della guerra giuridica in corso tra le parti, intristisce la grottesca farsa all’italiana di una classe politica di dinosauri che dopo aver derubato la cosa pubblica per decenni, restano gelosamente attaccati alle generose mammelle dello stato utilizzando tutti i “busillis” offerti dai vuoti normativi, il
tutto mentre continua la macelleria sociale di un paese talmente depresso da accettare passivamente la sfacciata bulimia di potere dei propri rappresentanti, mentre il sogno anticasta promesso dai pentastellati viene demolito dalla Real Politik che li ha inglobati.

Altro che apriscatole e scatoletta di tonno…. qui per scalfire il bunker dei privilegi del marchese non basterebbe un bazooka.

Napoli, 27 maggio 2021