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Mille modi di usare l’arte: i videoclip
di Martino Ariano

 

 

Associare il verbo usare con il termine arte potrebbe suonare assurdo, impossibile. Ma invece, oggi più che mai, l’arte viene usata e riusata per svariate attività, anche prive di valenze puramente culturali.

E ve lo mostro con 4 articoli, in cui analizzerò gli usi e i riusi più comuni dell’arte.

(alla fine ci sarà un sondaggio online in cui mi piacerebbe sapere il vostro parere al riguardo)

Premetto dicendo che:

Un’opera d’arte una volta pensata e creata non esaurisce lì la sua natura, il suo essere, anzi non finisce mai di stupire, di meravigliare e soprattutto di diffondere un dato ideale di bellezza, un pensiero, un’idea o un messaggio.

UN’OPERA D’ARTE NASCE PER ESSERE ETERNA ED UNIVERSALE

L’arte non si limita ad una collezione di un museo o ai libri di settore, anzi ad oggi, più di prima la conoscenza e soprattutto la diffusione dell’arte è trasversale, valica i confini materiali, per trasformarsi in contenuti online.

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Infatti, la fruizione, la conoscenza, l’osservazione e il rapporto con l’arte sono stati profondamente rivoluzionati soprattutto con lo sviluppo tecnologico e l’avvento di Internet, che ha reso il mondo sempre più digitalizzato e connesso.

La fotografia nel 1839, il cinema nel 1895 e il videoclip nel 1975 hanno contribuito fortemente a tale rivoluzione.

Il primo uso (e riuso) dell’arte si focalizza proprio su l’ultima invenzione: il videoclip. Non entro in merito a questioni prettamente musicali o tecniche della realizzazione di un videoclip, ma voglio focalizzarmi sul dove esso si realizza.

È la scenografia, lo sfondo, la location, il luogo dove viene girato un videoclip a stimolare una riflessione o ad alzare un polverone mediatico e polemico.

È fresca di stampa, non a caso, la polemica suscitata dal videoclip di “Voglia”, l’ultima canzone del cantante napoletano Andrea Sannino.

Pubblicato il 21 febbraio 2021 su Youtube e diretto da Luciano Filangieri, il videoclip è stato girato nelle sale del Museo di Capodimonte di Napoli.

Bisogna dire però che il videoclip risulta essere poco invasivo nei confronti del contesto. Anzi le inquadrature, oltre che ovviamente su Sannino e Giovanna Verzieri, la performer/ballerina, si focalizzano sulle maggiori opere del Museo, con tagli ravvicinati ed inusuali, in un’atmosfera notturna.

Il videoclip si apre nella Sala Farnese con Sannino dinanzi al Ritratto di papa Paolo III con i nipoti (1546) di Tiziano.

sala farneseSala Farnese

Paolo IIIRitratto di papa Paolo III con i nipoti (1546) di Tiziano, Museo di Capodimonte, Napoli

Passando per la Sala della Culla, sapientemente illuminata da giochi di luci e proiezioni, il nucleo visivo ed artistico del videoclip è però la Flagellazione di Cristo (1607-1610) di Caravaggio, dove si incontrano il cantante e la ballerina.

sanninoAndrea Sannino 

Non si tarda nel gridare allo scandalo o alla polemica.

Si sono espressi fior fior di personaggi di spicco del mondo culturale.

Se l’attuale Direttore di Capodimonte, Sylvain Bellenger, ha concesso la realizzazione del videoclip, lo storico d’arte e attuale Sovrintendente del Polo Museale Napoletano, non che ex Direttore del Museo, Nicola Spinosa, critica fortemente tale scelta.

A questa critica, si unisce un’altra voce autorevole, quella dello storico d’arte, Presidente del Comitato tecnico scientifico delle Belle Arti del MIBAC e membro del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, Tomaso Montanari, ricordando il Codice dei Beni culturali, affermante che «i beni non si possono usare per fini incompatibili con il loro carattere storico artistico».

Voce concorde invece è quella del sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto, che reputa il videoclip di Andrea Sannino un’opportunità per far avvicinare il vasto pubblico a opere d’arte come quella di Caravaggio e invita invece a prepararsi nel «rispondere adeguatamente a quel ragazzo che davanti al quadro di Caravaggio affermerà ‘questo è il quadro del video di Andrea Sannino’ […] raccontando una storia di bellezza e che quel quadro è uscito dal genio di un’artista che a Napoli ha espresso parte della sua creatività e bellezza

rima di dire la mia al riguardo, voglio ricordarvi che quella di Sannino non è stato il primo videoclip ad essere registrato in un luogo d’arte o ad avere connessioni con l’arte.

Prima di lui, infatti, ci sono già stati precedenti ben più illustri:

mamoudMahmood

L’anno scorso, nel 2020 Mahmood, in collaborazione con Sfera Ebbasta e Feid, registra il videoclip della canzone Dorado nel Museo Egizio di Torino.

Precisamente vediamo il cantante ballare a petto nudo tra le statue e sfingi della Galleria dei Re.

Nel 2018 Beyoncé e Jay-Z, THE CARTERS, realizzarono il videoclip del singolo Apeshit al Museo del Louvre di Parigi, tra la Gioconda di Leonardo da Vinci e la Nike di Samotracia, fino alla rivisitazione contemporanea e performativa del Ritratto di una donna nera di Marie-Guillemine Benoist e il ballo dinanzi al dipinto Incoronazione di Napoleone di Jacques-Louis David .

O ancora nel 2017, nel videoclip di Humble, al minuto 1:15, il rapper statunitense Kendrick Lamar interpreta l’Ultima Cena di Leonardo da Vinci.

1L’ultima Cena di Humble

Altre rivisitazioni in chiave contemporaneo di capolavori d’arte le ritroviamo:

nel video di Me ne frego (2020) di Achille Lauro, dove veste i panni di Gesù morto nella Pietà Vaticana di Michelangelo.

Richiamando su di sé, oltre ad una valanga di critiche, anche l’accusa di blasfemia.

achilleAchille Lauro

Nel 2019 in un solo videoclip, quello della Rose Viola del rapper Ghemon, diretto da Jacopo Farina, ritroviamo ben 10 sculture personificate dal cantante o da Simona Tabasco, che in pose plastiche, riproducesti appunto alcuni esempi di statuaria italiana, ruotano su una base cilindrica e in abiti futuristici.

Il videoclip si apre con l’interpretazione della Pietà Vaticana di Michelangelo, rivisitava ed invertita nei ruoli, il rapper è la Vergine mentre Gesù morto è sostituito da Simona Tabasco.

Insieme alla già citata Pietà Vaticana, ritroviamo anche la personificazione del David e del Ragazzo Accovacciato di Michelangelo, dell’Estasi di Santa Teresa di Bernini, dell’Amore e Psiche, dell’Adone e Venere e della Maddalena Penitente di Canova.

index

cap e mort
Gli esempi possono continuare all’infinito.

I videoclip prendono giustamente ispirazione dall’arte, ma anch’essi, dopo anni di petizioni lanciate dai personaggi del settore, sono stati riconosciuti opere d’arte e prodotti creativi a tutti gli effetti.

Non a caso Dario Franceschini, l’attuale Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, ha dichiarato che “I video musicali hanno interpretato e interpretano al meglio l’immaginario popolare, facendo sognare intere generazioni e sono delle opere d’arte. […] Non c’è dubbio che i videoclip sono arte e creatività’’

Detto ciò e con tutte le premesse del caso mi chiedo:

Invece di criticare l’utilizzo di un’opera d’arte o di un luogo d’arte, vestendo i panni di moralisti e cultori di una delle materie madre della libertà d’espressione, perché non si investe sulla propria conoscenza, andando oltre l’uso di quella data opera d’arte, di quel dato museo o di quel dato bene culturale e approfondendo proprio quel dato elemento artistico?

Un videoclip, come detto, è riconosciuto come manifestazione artistica assestante, e quindi perché non potrebbe essere considerato come un ennesimo veicolo di messaggi artistici e culturali e fungere così da catalizzatore di fruitori e curiosi?

Perché un Museo, spesso fisicamente irraggiungibile, o un’opera d’arte, spesso non fruibile non possono svincolarsi dai loro limiti fisici e raggiungere, con le attuali tecnologie, le case di tutti, anche e soprattutto di persone non del settore?

vs

Andiamo oltre agli strumenti canonici di divulgazione, investiamo in quei mezzi.

Se per i nostri nonni e padri il giornale cartaceo o la radio sono stati i principali canali d’informazione, per un giovane del 2021 lo sono gli smartphones, i tablet, i social network.

ACETTIAMOLO e soprattutto USIAMOLI, con sapienza ovviamente.

La cultura si basa e cresce soprattutto con persone APERTE AL CAMBIAMENTO.

Marzano di Nola, 9 aprile 2022