#IOMIVACCINO con l’arte
#IOMIVACCINO con l’arte
di Martino Ariano
In questi ultimi tempi, la speranza e il cambiamento si concretizzano in una sola parola: VACCINO.
Dinanzi alle malattie, alle pandemie causate da virus o batteri, la ricerca scientifica e la medicina giocano la carta più importante, quella della scoperta e della messa appunto di vaccini. Senza trascurare la sperimentazione e la scoperta di cure e medicinali.
Ovviamente non voglio addentrarmi nei meandri né di una disquisizione di natura strettamente scientifica né in una prettamente storica.
Sarebbe complesso e particolarmente articolato.
Sappiamo benissimo che stiamo ancora nell’era Covid e il 2021 è iniziato con le vaccinazioni già a pieno regime, che hanno avuto inizio in maniera simultanea e simbolica in tutta Europa il 27 Dicembre 2020, definito Vax Day, il Giorno Europeo per la Vaccinazione.
Per meglio comprendere alcuni aspetti e tematiche, vi lascio alcuni collegamenti esterni (cliccare sul testo):
- Panoramica storica delle pandemie;
- Cos’è una pandemia oggi?
- Cosa ne sappiamo dei vaccini contro il Coronavirus e qual è la reale efficacia di questi vaccini?
- Il calendario e le fasi delle vaccinazioni anti-Covid in Italia;
- Report vaccinazioni anti Covid in Italia;
- Domande e risposte sui vaccini anti Covid;
- Report vaccinazioni anti Covid nel mondo;
Ma, datovi qualche spunto di approfondimento e di aggiornamento, voglio presentarvi tre proposte artistiche.
La prima proposta è un progetto basato sul remake in chiave contemporanea di un’opera dell’800.
L’opera in questione è La vaccinazione nelle campagne (1894) dell’artista piemontese Demetrio Cosola.
Il tema rappresentato è un frame della prima campagna vaccinale di massa da parte dell’Italia, reduce dalla sua unificazione (1861), contro il vaiolo.
Demetrio Cosola, La Vaccinazione nelle campagne, 1894, Pastello su carta, 240 x 145 cm
Il remake, ideato da Emanuele Cigliuti in collaborazione con il giornale “La Nuova Periferia” e la Croce Rossa di Chivasso, vede un aggiornamento in chiave contemporanea dell’opera ottocentesca mediante una fotografia del piemontese Massimiliano Modena.
Vaiolo ieri, Coronavirus oggi.
Epoche diverse, analoga situazione.
La seconda proposta è il progetto Perftoran, dell’artista russo Petr Davydtchenko.
Il progetto vede la presentazione di un vaccino, il vaccino BAT, che mira a criticare le speculazioni capitalistiche e politiche connesse alla produzione e diffusione dei vaccini. “[…] l’artista impegna concetti medici nell’arte contemporanea – suggerendo che la fonte di un vero vaccino SARS-CoV 2 (Covid) è da dove è venuto – un pipistrello. […] I dati in suo possesso sono stati acquisiti da grandi società farmaceutiche con mezzi illeciti […].
Perftoran sostiene di avere testato il vaccino BAT non solo su sé stesso ma anche su volontari […]. Tutti i soggetti hanno ottenuto risposte immunitarie […].
Parole di Rustcity D’Amptuille, pseudonimo di un autore e hacker canadese.
Inoltre, la provocazione dell’artista, continua perché invia un vaccino al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Petr Davydtchenko – Perftoran – 2020
La terza proposta è l’opera The Three Vaccines dello street artist Tvboy.
Realizzata con la tecnica del paste-up, è una chiara rivisitazione dell’opera di Raffaello, Tre Grazie, della quale riproduce fedelmente sia le tre donne, con stesse pose e siluettes, sia lo sfondo.
Le differenze, come sempre, risiedono nei dettagli: mentre le Tre Grazie di Raffaello sono nude, quelle di Tvboy indossano le mascherine, i guanti e le tute mediche di protezione recanti le tre marche dei vaccini attualmente più in uso in Europa, quelli di Moderna, Pfizer e AstraZeneca.
Mentre quelle di Raffaello recano in mano il pomo d’oro, simbolo d’immortalità, quelle di Tvboy, recano in mano i flaconcini dei vaccini con le siringhe, simbolo di speranza e rinascita.
Raffaello Sanzio, Tre Grazie, |
Tvboy, The Three Vaccines, |
La quarta iniziativa è del giovane grafico Samuele Lorenzo.
Sul suo profilo Instagram (@lorenzographics_) ha pubblicato 5 illustrazioni recanti in alto la scritta “Vaccino? No, chissà cosa c’è dentro” e al centro di ognuna ha posto rispettivamente una lattina di Coca Cola, delle caramelle gommose, una sigaretta, due wurstel e un burger.
La provocazione è sottile, inizia dalla scritta e si materializza presentandoci dei prodotti industriali, i cui ingredienti o sono segreti o sono industriali/chimici.
L’artista ha voluto dire, in maniera educata ma pungente, che siamo soliti mangiare, bere e consumare prodotti, dei quali spesso ne facciamo anche abuso, senza mai domandarci come o con che cosa siano fatti.
Mentre ora, dinanzi ad un vaccino, ad un prodotto farmaceutico, frutto di ricerche e test, ci poniamo mille interrogativi e dubbi, che oscillano tra il moralismo, lo scetticismo, l’ignoranza e il ridicolo.
La ricerca scientifica e la medicina hanno dato le loro risposte.
L’arte ha dato le sue.
Bisogna fidarsi della medicina e dell’arte.
La prima cura il corpo, l’altra cura l’anima.
Ad ognuno di noi è dato decidere se, come e quando curare il nostro corpo e la nostra anima.
Nessuno ce lo obbliga.
Non siamo obbligati a vaccinarci.
Ma credo che, in certe situazioni, come in quella che stiamo vivendo attualmente, siamo chiamati maggiormente a decidere, non solo per noi stessi, ma anche per gli altri.
Siamo chiamati ad essere meno egoisti.
Siamo chiamati alla collettività.
Marzano di Nola, 25 gennaio 2022