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Una Storia che viene da lontano…
di Luigi Antonio Gambuti

Lasciato “ l’occhio dell’Eterno Padre” in quel di Montesanto, un locale talmente angusto e buio che fa dire al Nazzaro “ Io che abitavo in un angolo soprastante al suo, dovevo attraversare, per uscire di casa, il corridoio dove egli lavorava e non so dire il senso di sollievo che provavo trovando il sole allorché uscivo”.

Nicola Ciletti si trasferisce nella nuova dimora, forse non estraneo un favorevole interessamento del Di Giacomo.

Nel grande appartamento occupa il primo dei tre studi di Domenico Morelli e vi lavora con tanta operosità che produce senza stancarsi, innamorato come è, di quella sua pittura solida, eguale, che ha “la fumosità di certe opere seicentesche” (Ricciardi).

Gli altri due studi sono occupati dal Siniscalchi e dal Lembo, un fotografo artista quest’ultimo, la cui vicinanza dovette favorire una presumibile amicizia e con questa uno scambio di idee, influenze e insegnamento reciproci se si pensa che il Ciletti fu un appassionato fotografo.

La fotografia, la cui passione ebbe in comune con Salvatore Di Giacomo, dovette non poco influenzare la sua pittura a livello di ricerca o di esperimenti (Basile 1971).

E’ nota la passione Di Giacomo per la fotografia, che è condivisa, possiamo dire qui, dal Ciletti.

E ne abbiamo testimonianze.

Su di una cartolina, a sinistra della quale, e per tutta la sua altezza, è riportata una fotografia del Di Giacomo, firmata P.Vetri, in data 4 gennaio 1920, scrive al pittore : “ caro Ciletti, dopo tanto tempo vi restituisco la vostra macchina. Vogliate scusarmi. Più e più volte volevo venire a portarvela e m’è sempre mancato il tempo e ho sempre rimandato. Grazie della vostra cortesia, buon anno e buon lavoro. Vostro Salvatore Di Giacomo.

E più oltre, su questo tema, il rapporto fra i due si fa più intenso e la testimonianza più puntuale.

Lo si evince da un’altra lettera, stirata su carta della Lucchesi-Palli, datata 7 marzo 1920:
“caro Ciletti, verreste un giorno di bel tempo ai Filippini, a fare due o tre fotografie da certi ritratti antichi? E a vedere quel posto che può ispirarvi e dove sono bellissimi quadri in una pinacoteca della sagrestia?. L’archivista Padre Bellucci sarebbe felice di vedervi. Si potrebbe andare una domenica, per esempio, con 6 lastre (anche 13×18 ) verso le nove di mattina. E dopo faremmo un giretto per luoghi che non conoscete. A casa tutti ammirano il vostro suggestivo dipinto e io penso, più in là, di farne una tricomia per qualche mio volume. Affettuosi saluti dal vostro Salvatore Di Giacomo.” ( 1)

San Giorgio La Molara, 15 ottobre 2020

(1) Nota tratta dal libro “ Nicola Ciletti- racconto breve dell’uomo e dell’artista” a cura dell’autore di questa nota, edito da REALTA’ SANNITA, 2° edizione, anno 2008

MOSTRA NICOLA CILETTI FOTOGRAFO
 ” CAPOLAVORI INEDITI SCRITTI CON LA LUCE “

Scatto autobiografico allo specchio Nicola Ciletti

Assegnazione del premio “ Nicola Ciletti per la didattica in fotografia” – 1° Edizione.
Patrocinio archivio di Stato di Benevento, Provincia di Benevento e Comune di San Giorgio La Molara.

L’ Accademia di Fotografia “ Julia Margaret Cameron ” e l’ Archivio Nicola Ciletti hanno presentato la – Mostra Nicola Ciletti Fotografo  “Capolavori inediti scritti con la luce”-

Presenti, tra gli altri, negli austeri saloni dell’ Archivio di Stato di Benevento, il Direttore Fiorentino Alaia, il dott. Maurizio Iazeolla, Direttore Artistico, l’ Arch. Alessandro Iazeolla dell’ Archivio Nicola Ciletti, Roma, e Angelo Orsillo, curatore della mostra.

Madrina del Premio la Prof.ssa Signora Imperia Ciletti, figlia del grande pittore sannita, che, riconoscente e commossa, ha detto parole di vivo apprezzamento per inziativa, e che “ l’arte riesce sempre a parlare al cuore delle persone e sarà sempre foriera di rinascita e di bellezza”.

Nell’occasione sono stati assegnati il Premio “ Nicola Ciletti per la didattica in fotografia” al Prof.ssore Enzo Carli, sociologo, giornalista e scrittore, e il Premio dell’Accademia di Foografia “ Julia Margaret Cameron” all’artista e fotografa beneventana, Liliana Rapuano.

Oggetto della mostra sono lastre fotografiche e fotografie e attrezzature da ripresa della collezione 1906-1940, salvate dai bombardamenti che la città di Benevento subì nel 1943. La mostra resterà aperto sino al 7 gennaio 2021.

Benevento, 14 ottobre 2020