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sul piccolo tetto del mondo, lassù, più in alto, in cima, la scuola.

Solenne Cerimonia per l’Inaugurazione del Nuovo Edificio Scolastico “Nicola Ciletti” in Piazza Roma, a San Giorgio La Molara

di Luigi Antonio Gambuti

Un folto e qualificato pubblico ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione del nuovo edificio scolastico nel centro storico del ridente centro fortorino. Riportiamo uno stralcio del discorso del Sindaco, dott. Nicola de Vizio e brani delle lettere che il maestro elementare Giorgio Caraccio scriveva a Nicola Ciletti, artista immenso e Sindaco dell’epoca. Siamo nell’anno 1948 e si percepisce quanto si è distanti da quel tempo e quanta umanità s’è perduta lungo lo scorrere degli anni.

Il Saluto del Sindaco dott. Nicola de Vizio 

Buona sera e benvenuti a tutti, grazie per essere intervenuti cosi numerosi all’inaugurazione dell’edificio scolastico dedicato al Pittore Nicola Ciletti nonché Sindaco di San Giorgio la Molara negli anni che vanno dal 1946 al 1951

 colui che ha fortemente voluto e realizzato negli anni 50 questo edificioscuola, che ha creduto nell’importanza della scuola e nel servizio che essa può e deve rendere per la crescita Civile e sociale della comunità Sangiorgese.

 Saluto tutti i cittadini intervenuti, le autorità civili militari e religiose. saluto il presidente della provincia Antonio Di Maria, il presidente della comunità Montana del Fortore Zaccaria Spina, tutti i Sindaci e gli amministratori  intervenuti in rappresentanza delle loro comunità, tutti i consiglieri comunali, la dirigente scolastica dott.ssa Mariella Cirocco, il corpo docente, tutte le associazioni intervenute.

Saluto la signora Imperia Ciletti e tutti i nipoti e i parenti

Era il 20 gennaio del 1948 quando il prof. Giorgio Caraccio scrisse all’allora sindaco Nicola Ciletti una lettera in cui segnalava le condizioni in cui i bambini Sangiorgesi erano costretti a frequentare le prime classi per l’apprendimento;

“in stanze disadorne, affumicate, fredde, senza servizi igienici, con balcone senza infissi e senza vetri “. 

Chiedeva pertanto di poter spostare questi bambini in un locale piu’ ampio, isolato e indipendente di proprietà del Comune.

Una settimana dopo fu concesso il locale, il prof. Giorgio Caraccio ringrazia il Sindaco Nicola Ciletti con una lettera in cui evidenzia la gioia dei bambini per l’aula ottenuta,  e per l’entusiasmo hanno perfino trasportato i banchi da soli nel nuovo ambiente scolastico.

Il nostro paese allora aveva una popolazione di 6127 abitanti.

La necessità di provvedere all’esigenza di realizzare una scuola per San Giorgio La Molara fu un’impegno che Nicola Ciletti  portò da subito in Consiglio Comunale, non senza polemiche e litigi anche all’interno del consiglio comunale, quando propose di contrarre un mutuo con la cassa depositi e prestiti per un importo di lire 38.400.000 per completare i lavori.

All’inizio del mese di giugno del 1949 fu posta la prima pietra per quello che è poi diventato l’ edificio scolastico.

Il finanziamento fu assicurato e con delibera comunale n. 58 del 28 giugno  1951 fu approvato il progetto.

 Con Delibera di giunta comunale e Decreto del Provveditore agli studi di Benevento Angelo Riviezzo , su iniziativa del prof. Luigi Antonio Gambuti l’edificio scolastico fu intestato a “Nicola Ciletti” nel 1982.

 Tutte le generazioni dei bambini Sangiorgesi fino al 2002 hanno frequentato questa scuola, quando in seguito al terremoto che causò il crollo dell’edificio scolastico di S. Giuliano di Puglia e tragicamente persero la vita alunni, maestre e bidelli. La nostra struttura in seguito a verifiche per le nuove norme sismiche non fu piu’ idonea ad essere usata per l’utilizzo per cui era stata realizzata.

Nel dicembre del 2002 la scuola elementare fu trasferita a Piano dello stallone, mentre la scuola media in via S. Luca.

Oggi dopo 17 anni di chiusura  e con grande gioia restituiamo  questa struttura alla comunità Sangiorgese.

A breve In questo edificio verranno spostate le classi delle scuole medie di San Giorgio La Molara.

L’obbiettivo che questa amministrazione si è posto  nella ristrutturazione di questa scuola è stato quello di garantire il miglior livello qualitativo possibile per quanto riguarda la struttura.

 Tutte le tensioni, le preoccupazioni, i timori, ma anche la certezza la consapevolezza e la soddisfazione di aver fatto  tutto quanto era necessario e doveroso per recuperare al meglio la nostra scuola oggi si dissolvono nella gioia di aver concluso un’opera importante e qualificante per la nostra comunità  e soprattutto per i nostri ragazzi.

Ringrazio i miei collaboratori assessori e consiglieri comunali, gli uffici comunali,  il responsabile dell’ufficio tecnico arch. Gino Castiello, il responsabile unico procedimento  ing. Salvatore Trotta, i tecnici che hanno eseguito la progettazione:l’ingegnere  Francesco Iacobuzzi a capo della task Force dell’edilizia scolastica della Regione Campania, l’architetto Vincenzo Leone progettazione e direzione dei lavori, l’ingegner Nicola Esposito progettazione e direzione dei lavori opere strutturali, l’architetto  Roberta di Lello assistente direzione dei lavori, l’architetto Moscariello Antonella collaudatrice dell’intera opera e l’ingegnere Leone Giuseppe progettazione strutturale dell’impresa.

la Ditta Vella che ha eseguito e consegnato nei tempi previsti tutta l’opera eseguendo a regola d’arte tutto il lavoro di demolizione e recupero dell’intero edificio

Ringrazio le amministrazioni del Sindaco Vella e del Sindaco Paragone che mi hanno preceduto,  e il responsabile dell’ ufficio tecnico di allora ingegner Antonio Pacifico che hanno avviato questo progetto.

Ringrazio il professore Luigi Antonio Gambuti per essersi fatto portavoce presso l’allora provveditore agli studi di Benevento per intitolare questa scuola a “Nicola Ciletti”

Tante notizie sono state ricavate dal suo libro “Nicola Ciletti” racconto breve dell’uomo e dell’artista.

la studentessa Anna Rita Barbato Vincitrice della XXI edizione del concorso Nazionale “Miglior Lettore” leggerà adesso  due lettere che furono inviate al Sindaco Nicola Ciletti dal professore Giorgio Caraccio nel  gennaio del 1948.

Ho piacere di donare copia di queste lettere alla scuola e ai figli del Pittore Nicola Ciletti e del professore Giorgio Caraccio.

L’istallazione Artistica realizzata dalla Pro Loco nel 2005 su ideazione dell’architetto De Cesaris  che è stata rimossa, sarà nostro impegno rinnovarla e ricollocarla nei nuovi spazi.

Ai ragazzi che rappresentano le generazioni future raccomando di averne cura  non solo negli spazi interni ma anche nel decoro degli spazi adiacenti.

In  ricordo e nel rispetto di chi si è tanto  prodigato per realizzarla.

 Lettera del Maestro Caraccio

“All’Ill.mo Signor Sindaco di San Giorgio La Molara, nella mia qualità di insegnante e nell’interesse della numerosa scolaresca affidata alle mie cure, in considerazione delle disagiate condizioni in cui questa versa, rivolgo un caldo appello alla sensibilità del suo paterno cuore perché sia alleviato il disagio e mutate le precarie condizioni.

Consideri i bambini di questa mia 1 classe: -l ’aula d’insegnamento, la prima “Scuola” per essi è la nota stanza di proprietà Piciuccio sita alla Via Piazza Piccola- Disadorna, affumicata, fredda, con balcone senza infissi e senza vetri, essa ha il grave inconveniente di essere strada di passaggio oltre che per l’altra aula adibita alla classe II, anche per i proprietari Piciuccio, con quanta distrazione e disturbo per i miei piccoli e la mia opera è facile immaginare.

Nonché secondare l’ardua opera di inoculare il primo insegnamento a queste vergini menti, lo ambiente su descritto lo ostacola. Come può l’animuccia di un fanciullo di 1 elementare sentirsi invogliata ai primi passi nell’intendimento del bello, nella via educativa e formativa della scuola? Non un allettamento, non un conforto ma il senso del disagio e della sofferenza i piccoli trovano in questo stanzone da sinistrati.
La squisita sensibilità del suo cuore, aduso al più alto intendimento del bello, non potrà non considerare il delicato problema che mi sono permesso di sottoporLe onde ottenere la migliore soluzione.E la soluzione V.S.la potrà trovare se mi permetterà di indicarla.

Esiste un locale ampio ed adattabile, al piano sottostante l’abitazione del pretore, di proprietà del Comune, isolato e indipendente, adibito un tempo come accessorio al Circolo “Artisti e Professionisti” da questo ceduto al Pretore ad uso di ripostiglio, appunto perché non necessario- Non potrebbe la S.V., con gesto veramente paterno, oltre che magnanimo, cederlo almeno provvisoriamente per la stagione avversa, a questi bambini che glielo chiedono?

Potrebbe la S.V. permettere che questi piccoli desiderosi di apprendere continuino a soffrire il freddo e tutto il disagio di una stanza in così pessime condizioni? Non chiedo molto in nome di questi figli del popolo, del suo popolo, spesso laceri, scalzi e mal vestiti,e non difesi dal freddo.

Chiedo soltanto di essere autorizzato a usare per la mia scolaresca, che ne ha tanto bisogno, almeno per il periodo invernale, la stanza di cui sopra che nel momento è inutilizzata.

Oltre che al Sindaco, primo cittadino, che tanta cura dedica finalmente a prò dell’istituzione scolastica, io mi rivolgo al maestro, interprete del bello e coglitore delle alte vibrazioni dello spirito degli “Umili”, a cui il dono più grande è proprio quella luce divina uscente dal calice della sapienza, le cui prime gocce si gustano nei banchi della prima scuola.

In considerazione di tanto, voglia S.V. accogliere la presente richiesta che a nome dei piccoli della 1 classe io le rivolgo.”

San Giorgio la Molara il 20 gennaio 1048

“Al chiarissimo Maestro Prof. Ciletti – prima che al Sindaco di S. Giorgio

Il chiasso dei passerotti in una serata primaverile non può eguagliare e dimostrare la gioia di questi bimbi nel vedersi concedere luce e accoglienza nella ottenuta aula.

A nome di questi piccini che stamane a gara e in un batter d’occhio, presi dal senso di una nuova lena, hanno trasportato perfino i banchi nel nuovo ambiente scolastico, nella nuova palestra della loro educazione, tengo a ringraziarvi per la sollecitudine cortese e paterna, con la quale avete accolto la “nostra” richiesta. A me particolarmente, questo ha dimostrato che di là da ogni prevenzione, il nobile di quell’Arte che voi coltivate, e a cui io aspiro, permea intimamente l’uomo sciogliendolo da ogni passione che la vita e la sua lotta ci danno.

Con me e con i bimbi – Vi ringraziano le loro famiglie, felici che un ambiente più degno, riparato e pulito, accolga i loro piccoli nei primi passi della scuola.

Non ho dimenticato il vecchio Maestro, colui che schiuse alla mia curiosità infantile la prima vaga armonia del colore, facendomi intravedere il misterioso mondo del bello in una policromia di sentire, che, oggi per essere ancora inaccessibile, mi desta tanta ansia da farmene soffrire.

Il senso di gratitudine mi ha portato a dirVi tanto.

Nell’interpretare l’allegro chiasso dei miei “grati” passerotti non curate -vi prego, il gracchiar di qualche rana che levi la sua voce stentorea dal pantano dell’invidia e della solita bega.

Con venerazione al Maestro e con deferenza al Sindaco.”

S. Giorgio La Molara 28 gennaio 1948