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Violenza per motivi di genere sulle donne e le ragazze: i numeri del 2018

di Matteo Tafuro

L’ Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC) , ha pubblicato alla fine dello scorso anno: “Gender related killing of women and girls”, un’analisi rigorosa delle uccisioni di cui sono state vittime le femmine al di fuori della sfera domestica, ad esempio in caso di conflitto armato o di morte di una operatrice del sesso.

Lo studio ha analizzato i dati degli omicidi commessi nei quali c’è una rapporto, una relazione tra vittima, aggressore e movente certa. Il tutto visualizzato all’interno dei vari sistemi nazionali.

Gli studiosi dell’UNDOC hanno dovuto affrontare, nel corso del loro lavoro, grossi ostacoli dovuti alla reperibilità dei dati specialmente in materia di infanticidio femminile e uccisione delle donne aborigene e/o indigene in alcune aree del globo, dovuta principalmente alla mancanza di una definizione standardizzata del termine femminicidio.

Femminicidio o gender-related killing of women.

Non tutti gli omicidi di donne hanno come movente il genere e di conseguenza non tutti gli omicidi di donne possono essere classificati come femminicidi. Solitamente, si parla di femminicidio, in riferimento agli omicidi di donne commessi all’interno della sfera familiare o domestica. Nella maggior parte dei casi il crimine viene commesso dal (ex)partner della vittima e l’omicidio viene identificato con la sigla IPH/F (Intimate Partner Homicide/Femicide).

I numeri della mattanza

Numero donne uccise
Femminicidi nel mondo nel 2017                          87.000
Donne uccise quotidianamente su scala mondiale                               137
2/3 delle donne uccise in Africa sono state uccise da parte di partner (ex)                          19.000
1/3 delle donne uccise in Europa è stata uccisa da parte di partner (ex)                           2.666

Delle 87.000 donne che sono state intenzionalmente uccise, il 58% è avvenuto per mano di un (ex)partner o di un membro della famiglia (padre, fratello, figlio, nonno o zio).

Quindi, mediamente, 137 donne vengono uccise quotidianamente su scala mondiale. Sempre riferendoci ai dati del 2017, il più alto numero di donne uccise si è avuto in Asia (20.000), seguita da Africa (19.000), America (8.000), Europa (3.000) e Oceania (300).

Per quanto riguarda invece i dati relativi al numero di donne uccise da IP (Intimate Partner) nel 2017 il più alto numero di uccisioni è stato riscontrato in Africa con una media di 1.7 ogni 100.000 donne.

Ciò sta a significare che più di 2/3 di tutte le donne africane nel 2017 sono state uccise da IP o membri interni alla sfera familiare; la situazione europea non sembra essere più rassicurante: circa 1/3 delle donne europee è stata ammazzata da un IP. In Italia, nel 2017, la media si aggira intorno a 0.5 ogni 100.000 donne di cui il 90% uccisa per mano di un familiare o (ex)partner, con un aumento del 50% rispetto al 2016.

La conclusione che subito salta agli occhi è che gli omicidi di femmine ad opera dei loro IP non sono compiuti sotto la spinta di un raptus incontrollabile o imprevedibile, ma sono generati da una cultura patriarcale e sessista che punisce le donne che ad essa non si conformano. E’ importante studiare il fenomeno per cercare di fare prevenzione.

Oltremodo, è diventato non più rinviabile, implementare misure sul lungo periodo, come l’educazione di genere nelle scuole, la formazione su molestie sessuali e violenza di genere nei posti di lavoro, nonché politiche di promozione dell’uguaglianza di genere nel mercato del lavoro.

Napoli, 10 gennaio 2019