Al Teatro Augusteo di Napoli “Belle Ripiene”.
Belle Ripiene Una Commedia Con Un Sapore Light.
di Domenico De Gregorio
Quando si apre il sipario del teatro Augusteo, si ha la netta sensazione di essere in una vera cucina, quelle dei grandi chef stellati tanto in voga in questo periodo nelle tante trasmissioni televisive che affollano i nostri palinsesti. “Belle Ripiene”, scritta da Giulia Ricciardi e Massimo Riparo che ne cura anche la regia, è una commedia leggera o meglio per restare in tema, una commedia light dove gli ingredienti sono pochi e semplici.
Nonostante la volontà degli autori di “cucinare un piatto divertente” basata sul rapporto uomo donna, complicità femminile e differenze culturali tra le stesse donne di appartenenza a regioni diverse del nostro bel paese, la commedia non decolla, l’appetito non è stimolato anzi il pubblico in sala resta sconcertato davanti ad un menù cosi ricco sulla carta che non mantiene le aspettative. I tempi teatrali sono lunghi ed il testo ricco di battute intelligenti non sortiscono il giusto effetto; sembra di assistere ad una moviola, ad uno spettacolo che all’improvviso debba prendere finalmente il giusto ritmo e velocità che purtroppo tarda ad arrivare.
Tosca D’Aquino nei panni di Ada, donna separata, focosa e determinata ad ottenere la stella michelin che faccia finalmente decollare il ristorante messo su con le sue amiche, è l’unica a tentare di tirare su le sorti dello spettacolo, la sua comicità è innata, la sua capacità di forzare le battute per strappare il consenso del pubblico è fuori discussione, è una attrice e si nota con vero piacere. Forse è proprio questo dualismo che si viene involontariamente a creare sul palco che schiaccia le altre protagoniste della commedia.
Rossella Brescia non convince nel ruolo di donna del sud, riscattandosi solo nel momento in cui per salvare le sorti del ristorante viene chiamata ad improvvisare uno spettacolo di burlesque gastronomico sfoderando le sue doti indiscusse di ballerina sensuale ed elegante.
Roberta Lanfranchi, nel ruolo della milanese Leda, single per paura più che per scelta, sembra aver timore di lasciare spazio al suo personaggio, un ruolo ironico che solo a tratti viene fuori perdendo l’opportunità di animare con divertenti battute i dialoghi con la sua amica nemica Dada interpretata da Samuela Sardo. La romana cuoca, mamma di cinque bambini, scalda la cucina del ristorante Belle Ripiene, con la voce dei suoi figli tutti piccoli e sempre con lei per l’assenza del marito eterno Peter Pan. Il suo personaggio avrebbe dovuto fare da collante, da composta gustosa per esaltare le battute di tutte le attrici in scena, ma purtroppo si rivela piatto, lento, un personaggio che sembra muoversi in scena da destra a sinistra come un robot da cucina.
Peccato, lo spettacolo poteva divertire molto, gli autori avrebbero potuto inserire altri personaggi evocati spesso dalle protagoniste, dando movimento ad un lavoro teatrale che si sostiene con fatica. Ma, se la prima lascia un retrogusto amaro in bocca, sicuramente gli applausi in sala e la reazione del pubblico, darà loro la forza e l’entusiasmo di vincere quella stella michelin sinonimo di successo e rivincita.
Napoli, 28 ottobre 2018