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Home Economia Forio d’Ischia omaggia l’artista Antonio Macrì.

Omaggio Ad Antonio Macri’.

Nel Torrione Di Forio, con una mostra a tema, si ricorda il famoso Artista Ischitano Recentemente Scomparso

di Gennaro Savio

A Forio, all’interno dello storico e caratteristico museo civico del Torrione, dimora tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 dell’artista Giovanni Maltese di cui sono permanentemente esposte le opere, in questi giorni è in corso una mostra di dipinti prodotti dal famoso artista isolano Antonio Macrì, scomparso lo scorso 17 febbraio all’età di ottantaquattro anni.

Riservato e taciturno, Macrì nella sua vita ha parlato soprattutto attraverso la sua pittura e le pennellate con cui, in maniera magistrale, dipingeva i suoi quadri. E in questi giorni a Forio, grazie all’importante esposizione, tantissimi turisti, anche stranieri, stanno apprezzando la genialità della sua arte. “Ho letto sul giornale della mostra di Macrì e sono venuto a vederla. E mi è piaciuta”, ci ha detto un turista francese nel mentre effettuavamo le riprese video. Ad aver voluto fortemente la mostra all’interno del Torrione sono stati gli artisti di Forio, come Raffaele De Maio che annovera con Macrì un’amicizia quarantennale condivisa con i maggiori artisti isolani. “Di Antonio – ci ha dichiarato Raffaele De Maio – posso dire che era un pittore a tutti gli effetti. Un cantore della nostra Isola, un poeta del colore che in varie fasi della sua Isola ha dipinto angoli caratteristici, personaggi e atmosfere della sua Forio di cui abbiamo testimonianza in questa mostra con uno spaccato che riguardano le processioni. Le processioni erano un tema a lui caro perché mettevano soprattutto in luce il legame e la tradizione popolare con la fede locale. Questo – ha concluso De Maio – è il senso che si nasconde dietro il pretesto della rappresentazione religiosa”.

La vita artistica di Antonio Macrì è stata caratterizzata da diversi periodi, ognuno dei quali ha visto la realizzazione, nei colori, di una differente espressione pittorica. Nel 1953, e cioè a vent’anni, ha cominciato a realizzare dipinti utilizzando colori classici. Nel secondo periodo, denominato “scuro”, prediligeva la raffigurazione dell’arte sacra. Il periodo artistico più lungo ha visto il Maestro Antonio Macrì impegnato nella creazione di dipinti dai colori tenui e chiari mentre dall’anno 2005 in poi ha dato vita alla produzione di opere con colori monocromatici. A dimostrazione del suo amore viscerale per la pittura, Macrì ha dipinto sino agli ultimi giorni della sua vita quando, non riuscendo nemmeno più a tenere in mano il pennello, dipingeva con un dito.

Straordinaria è anche la collezione di disegni prodotti in quasi sessantacinque anni di onorata attività artistica e conservati presso il suo studio-museo situato sul porto d’Ischia dove ci hanno accolto il figlio Pino e la moglie Teresa Calise, artista della lana con cui da sempre realizza straordinarie statuette dai colori brillanti e vivaci.

Il periodo più lungo che ha caratterizzato il percorso artistico di mio padre – ci ha detto il figlio Pino – io lo identifico come il periodo invernale più che chiarismo eccetera. Nel senso che lui ha lavorato tanto nella sua vita e quindi d’estate poteva dipingere ben poco con le luci e i colori tipici della stagione estiva. Era quindi solito dipingere da novembre a marzo in periodo in cui generalmente era cattivo tempo. Comunque i suoi colori li vediamo ben netti quando rappresentava le giornate uggiose e con il mare sempre piatto e l’orizzonte ben definito. A volte quando percorriamo la sopraelevata con la macchina, ci crea emozione vedere entrare nel porto di Ischia una nave bianchissima, eterea. E quella scena è un inconfondibile quadro di mio padre che in un suo dipinto immortalò l’entrata nel porto del primo traghetto Caremar, compagnia armatoriale che avrebbe segnato un’epoca nel trasporto marittimo pubblico”.

Così come ci ha raccontato Pino, il padre impiegava anche dieci ore consecutive per realizzare un quadro e per questo al termine dell’opera era fisicamente e mentalmente distrutto.

Forio d’Ischia 6 aprile 2018