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Mercoledì 14 marzo alla Biblioteca Diocesana un convegno sulle vicende politico-sociali degli anni ’60 e ‘70
Caserta: Flashback Sul Tempo In Cui La Nostra Provincia “Cresceva”
Si discuterà su documenti del “Fondo archivistico Paolo Broccoli” raccolti da E.Blosio e E.Riva
di Raffaele Raimondo

«Sarà presentato mercoledì 14 marzo 2018 alle ore 17, nella Biblioteca Diocesana di Caserta, l’ultimo numero dei Quaderni di Scienze Religiose, edito da Saletta dell’Uva: “Il fondo archivistico Paolo Broccoli Il processo di modernizzazione della Provincia di Caserta”. Con gli Autori Emanuele Blosio e Eliana Riva discuteranno Giovanni Cerchia Docente di Storia contemporanea dell’Università del Molise che ha curato la prefazione, Paola Broccoli Ricercatrice che ha curato la postfazione, Maria Luisa Chirico Direttrice del Dipartimento di Lettere e Beni culturali dell’Università Luigi Vanvitelli e Luigia Grillo Direttrice dell’Archivio di Stato di Caserta. I lavori saranno introdotti da Don Nicola Lombardi direttore della biblioteca diocesana e coordinati da Pasquale Iorio delle Piazze del Sapere.

L’evento si inserisce nella programmazione degli incontri dedicati alla divulgazione del patrimonio archivistico dell’Archivio di Stato di Caserta: “Le carte parlanti”. Don Nicola Lombardi e S.E. Mons. Raffaele Nogaro sono impegnati da anni con il comitato Pro Archivio di Stato di Caserta e continuano a battersi per i diritti dei cittadini casertani.

Il libro strutturato in tre capitoli, ricostruisce le vicende politico- sociali della nostra provincia nel periodo a cavallo tra gli anni ‘60 e ’70, con particolare approfondimento alle vicende sindacali, all’agricoltura perennemente in biblico tra modernizzazione e sottosviluppo, al Pci e alle lotte dei lavoratori e del dirigente politico Giuseppe Capobianco.

L’Archivio Broccoli consta di 140 faldoni, 110 testate di periodici, manifesti e opere di Andrea Sparaco, 41 audiocassette e circa 300 lettere scritte tra il 1984 e il 2003, già digitalizzate e fruibili agli studiosi, frutto della corrispondenza tra Paolo Broccoli e Aimone Balbo di Vinadio, cui si aggiungono i Dossier, ossia una raccolta in copia dei principali documenti. Copia dei Dossier sono consultabili presso la Biblioteca Diocesana. Come ha scritto Biagio de Giovanni, possiamo difenderci dai guasti della globalizzazione solo tutelando la memoria e l’identità. L’intervento di Raffaele Nogaro presenta la figura di Broccoli, un “comunista della prima ora e sempre genuino, trova insopportabile lo stato di asservimento, di sfruttamento, di ingiustizia della sua gente, puntualmente aggravata da strutture politiche e culturali oppressive”».

Fin qui il testo di una nota-stampa diffusa dai promotori. L’abbiamo interamente riportata per la sua puntualità/completezza informativa, riservandoci soltanto qualche considerazione, diciamo, “attualizzante”: certo, sono fuor di dubbio il valore del lavoro svolto da Blosio e Riva, nonché il carattere storico che di per sé rende retrospettivo il convegno; tuttavia l’autorevolezza dei relatori annunciati e il loro organico confronto lasciano sperare o indovinare che ai presenti in sala giungano anche “dati oggettivi” e “chiavi interpretative” utili a comprendere meglio le ragioni per cui poi, a cavallo dei secoli XX e XXI, si è purtroppo registrato l’arresto di quella pur felice epoca di modernizzazione del territorio casertano.

Ma quanti “punti deboli” già preesistevano? Quali nuove cause, interne ed esterne, sono intervenute a determinare il declino ora leggibile nella viva realtà e negli ultimi posti occupati da Caserta sullo schema di classifica delle province d’Italia in riferimento alla complessiva “qualità della vita”? E, soprattutto, su quali irrinunciabili rotte devono muoversi, nel presente e per l’avvenire, le classi dirigenti casertane e le popolazioni onde raggiungere innovativi e concreti obiettivi di sviluppo?

Persuasi come siamo che “risveglio della memoria” e “rafforzamento dell’identità” sono condizioni indispensabili ma non sufficienti a difenderci dai “guasti della globalizzazione”, si può attendere da un team di storici la lezione consegnataci dal passato, ed è già tanto, ma forse dopo occorrerà sentire sociologi, economisti, pedagogisti, politici veramente innamorati della nostra terra e tecnici quotati… per raccogliere lucidi ed esaustivi ragguagli sulle domande qui formulate. Del resto, indagare sul passato, per capire bene il presente e progettare il futuro è senz’altro una bella formula che però postula un grande “gioco di squadra”.

Caserta, 9 marzo 2018