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The Wall: Un Muro per Superare il Concetto di Mostra

di Mario Mormile

Il muro come esperienza artistica oppure come barriera fisica e psicologica, come elemento sociale oppure oggetto di comunicazione o come luogo di rilfessione, questo ed altro ancora nella mostra di Palazzo Belloni partita lo scorso 24 Novembre a Bologna e che sarà attiva fino al 6 Maggio 2018, il cui curatore è Claudio Mazzanti.

La mostra è organizzata come l’insieme di attività multisensoriali e non come una semplice esposizione di opere, prevede un percorso in grado di offrire diversi tipi di esperienza, di linguaggi e di emozioni, supportati anche dall’apparato tecnologico virtuale messo a disposizione del visitatore, tutto con lo stesso filo conduttore, analizzato attraverso una molteplicità di aspetti che invitano alla riflessione e all’esplorazione del concetto di muro.

La mostra non intende focalizzarsi sul singolo artista ma piuttosto raccogliere autori diversi che hanno lavorato il tema del muro nel corso del tempo e il suo approccio: da quello preistorico a quello attuale geopolitico. I nomi comunque sono di tutto rilievo dato che vanno da Gianbattista Piranesi a Lucio Fontana passando ad opere più recenti con Arnaldo Pomodoro, Mimmo Rotella e Christo fino alla giovane artista giapponese Hitomi Sato. La storia è fatta di muri importanti, il riferimento è agli uomini delle caverne che sui muri realizzano le prime manifestazioni artistiche, ma anche alle mura che tanta importanza avevano nel difendere le città del passato. Fino ad arrivare ai tempi più recenti dove da Berlino alla Palestina ancora troviamo tracce di muri vecchi ed attuali che portano con sè storie di separazioni politiche difficili.

L’intera storia dell’arte è caratterizzata da opere dipinte sui muri affrescati e da artisti che in età contemporanea hanno deciso di lavorare sui muri come i writers che vi realizzano murales, graffiti e street art.

Ma i muri non sono solo superfici concrete, alle volte possono essere delle barriere sociali, possono rappresentare l’incomunicabilità o l’isolamento e allora l’attenzione va a “The Wall” dei Pink Floyd che chiama in causa i sentimenti e le emozioni dell’individuo attraverso foto, spezzoni, schizzi legati al disco e al film omonimo.

Il muro è anche spazio pubblico con la pubblicità, le bacheche, oppure è semplicemente uno spazio funzionale alla vita quotidiana che ci scorre davanti con la sua presenza silenziosa, alcuni possono rappresentare la memoria con le lapidi o i monumenti mentre altri possono essere semplicemente immaginari.

Ad arricchire ulteriormente il progetto, insieme alla mostra, si realizzerà un concorso dal nome “CODE” ovvero una Competition for Desiners dalla giuria di alto livello nel mondo delle arti visive, che invita gli artisti contemporanei a lavorare sul concetto di muro e le sue forme, dando la propria interpretazione in chiave artistica ed espressiva.

Napoli, 17 gennaio 2018