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Il 19 gennaio si torna a teatro per un revival musicale in chiave comica
Capua: al Ricciardi Maurizio Casagrande con “E La Musica mi Gira Intorno”
Mezzo secolo di vita rivissuta fra tanti aneddoti e indimenticabili canzoni
di Raffaele Raimondo

Tornare a teatro ad inizio d’anno per uno spettacolo spassoso sembra proprio una bella idea! Eh, sì, galvanizza. Quantomeno stempera un pò il gelo dell’inverno e la doverosa cognizione delle ardue scadenze (personali, sociali e politiche) che presto verranno. Dunque, già fissato al Ricciardi il piacevole appuntamento.

Infatti, alle ore 21 del 19 gennaio avrà inizio lo show “E la musica mi gira intorno”. Sul palco il poliedrico Maurizio Casagrande, anche co-autore e regista di questo brioso revival musicale in dominante espansione umoristica.

Esplicita, in tal senso, la scheda illustrativa: Casagrande, facendo leva preliminarmente su un noto aforisma – “Un uomo senza passato è un uomo che non ha futuro”, – «ricostruisce, in maniera divertente e spensierata, la sua vita attraverso canzoni famose a partire dagli anni ’50, fino ai giorni nostri. Lo spettacolo si articola in vari passaggi di epoche e di stili:

Anni ’50: L’incontro dei i suoi genitori, tra le canzoni dei Platters e il Quartetto Cetra fino ad Elvis Presley.

Anni ’60: La sua infanzia tra canzoni divertenti e demenziali (Viva la pappa col pomodoro, Vengo anch’io…)

Anni ’70: La sua gioventù da musicista (suona la batteria in un efficacissimo medley di musica rock).

Anni ’80: I primi tempi come attore e le prime esperienze della vita, teatralizzando successi di quegli anni (Andamento lento, canzoni di Vasco…).

Anni ’90: Il racconto dei suoi amori (sempre in chiave comica), attraverso successi di Zucchero». Si tratta quindi di un’incalzante rassegna di canzoni sorretta dalla passeggiata autobiografica del personaggio in cui buona parte degli spettatori, fra il serio e il faceto, riconoscerà se stessa, ripescando ricordi, fantasie, sogni infranti e però misti ai tanti progetti andati a segno. In scena, col protagonista Casagrande, un “alter ego” disturbatore (Peppe Fiore) – definito “omuncolo” pronto a rovinare, ad ogni sua sortita, il filo del discorso – e due argute cantanti (Mariateresa Amato e Roberta Andreozzi) a far “da coro e da contrappunto allo svolgersi dei vari momenti musicali e recitativi dello spettacolo”.

Davvero non sappiamo perché il percorso si fermi alle soglie di questo nuovo secolo: forse lo si capirà nel corso dello show che comunque “si chiude con una riflessione, in chiave cabarettistica, sul fatto che nella vita tutto dipende dal punto di vista (Depende di Jarabe De Palo)”: un finale allegro, relativista, a rilancio di una verità perenne e di notevolissima attualità, per confermare che in fondo abbiamo tutti torto e tutti ragione. Parola d’artista celebre anche per il suo “storico sodalizio” con Vincenzo Salemme e che da decenni spazia fra musica, teatro, cinema e televisione.

Capua, 4 gennaio 2018