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Home Cultura Lo scenario fiabesco del parco della valle del fiume Treja racchiude tesori...

Calcata e Mazzano Romano hanno presentato il progetto di valorizzazione e promozione turistica del territorio

di Harry di Prisco

Il bando regionale “Valorizzazione e Promozione Turistica dei Borghi del Lazio”, vinto dai comuni di Calcata e Mazzano Romano magnifici borghi fra Roma e Viterbo, prevede la partnership fra i due comuni, l’Ente Parco, le associazioni di categoria e gli operatori locali nonché la possibilità di costituire in seguito un Centro di Ricerca sul Turismo (CRT) per la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale del territorio.

Verranno realizzate opere di interesse collettivo nel parco regionale della valle del fiume Treja, a meno di un’ora di auto da Roma, con i due comuni di riferimento, Calcata e Mazzano Romano che hanno costituito un partenariato con la Confesercenti e la Confartigianato e con l’associazione dei Consumatori per il rafforzamento dell’offerta turistica del territorio e l’avvio di nuovi modelli di sviluppo.

La prima azione concreta è stato un workshop organizzato nei giorni scorsi a Calcata, in collaborazione col centro assistenza tecnica sviluppo imprese di Viterbo, che ha visto faccia a faccia gli attori della filiera turistica del comprensorio, in cui gli agenti di viaggio e tour operator provenienti da tutta la Regione si sono intrattenuti a lungo per capire quali prodotti turistici promuovere dal punto di vista culturale, naturalistico e gastronomico. Sono stati presentati pacchetti turistici di due, tre e più giorni per consentire di poter scoprire con calma un territorio naturale già meta delle gite “fuori porta” nei fine settimana dei cittadini della Capitale.

Il Sindaco di Calcata, Alessandra Pandolfi, ha dichiarato: “Ci piace un turismo lento, non invasivo, vogliamo un turismo consapevole che comprenda di trovarsi in una realtà molto eterogenea. In questa zona ci sono delle unicità, c’è la storia dei Falisci e dei Romani, con un fiume che abbraccia i due paesi che in realtà sono simili ma completamente diversi ”. Ha continuato il sindaco Pandolfi: ”Nell’immediato dopoguerra Calcata si salvò dalla demolizione soltanto per una disobbedienza civile. Il suo fascino decadente e surreale iniziò ad espandersi e fu così che il borgo fantasma cominciò ad essere ripopolato da artisti, artigiani ed intellettuali che a partire dagli anni ’60 vennero da ogni parte del mondo, in cerca di una dimensione di vita genuina e in contrasto con l’incalzante società industriale e consumistica”. Furono in molti ad innamorarsi di questo luogo magico, a cominciare dall’architetto Paolo Portoghesi che qui ha voluto creare un’”Oasi” nella quale far rivivere parte dei suoi sogni e dei suoi ricordi in giro per il mondo. “E’ un giardino della memoria sul tipo della tradizione classica – ci dice – in cui vi sono oltre mille piante e ottocento animali alcuni in via di estinzione curati da mia moglie”. Visitare Calcata oggi significa vivere una magia che pochi altri luoghi possono trasmettere.

Il parco è stato voluto dalle popolazioni locali che sono consapevoli di vivere in modo più naturale, consentendo la vita dei borghi che altrimenti verrebbero progressivamente abbandonati.

Meno nota di Calcata, ma non per questo meno interessante, il borgo medievale di Mazzano Romano costruito su di una ripida altura che emerge dalla valle del fiume Treja. Poco distante si trova Monte Gelato, un luogo molto amato dal mondo cinematografico grazie alle sue cascate naturali incorniciate nelle fitta vegetazione, che alimentavano un’antica mola, sembra un luogo senza tempo, incontaminato dall’uomo, lontano dal caos della capitale: un posto magico tra castelli medievali, boschi e canyon. Da visitare anche l’insediamento falisco di Narce e la villa romana del I° secolo a.C. ricoperta da vegetazione. “Noi – ha dichiarato il primo cittadino di Mazzano Romano Nicoletta Irato – puntiamo ad un turismo consapevole, siamo borghi medievali nei quali natura e archeologia rappresentano un’unicità. Il nostro scopo è quello di attrarre il visitatore non soltanto per un giorno, ma farlo rimanere nel nostro territorio più a lungo per farglielo scoprire a trecento sessanta gradi. Siamo certi che l’unione dei tre fattori: Ambientale, Archeologico e Architettonico fanno di questa parte del territorio laziale un unicum per cui vale davvero la pena di venire a visitarci”.

Dunque un turismo che tenda a valorizzare le eccellenze del territorio a cominciare da quelle enogastronomiche e le tradizioni della zona.

Viterbo, 13 dicembre 2017