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Il corpo ricorda

di Giulia Di Nola

Anche il corpo, come l’acqua, ha memoria. Oggi si sente parlare di Celiachia sempre più spesso. Si tratta d’una malattia autoimmune fortemente invalidante e la Toscana e la Sardegna sono le regioni italiane dove la prevalenza di celiaci è maggiore. Interessa più le donne che gli uomini ed è causata da una reazione d’intolleranza al glutine, proteina, quest’ultima, contenuta in alcuni cereali.

Ogni anno ci sono, nel nostro Paese, sedicimila casi nuovi, diagnosticati, di Celiachia. Ma come mai?

Al primo posto ci sarebbe a riguardo una dettagliata divulgazione delle informazioni a far svettare le cifre, però questo non basta a spiegare un tale vertiginoso aumento della patologia.

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Al secondo ci sarebbe il fatto che la popolazione italiana e mondiale consuma un’alta quantità di cereali che contengono molto più glutine che nel passato; per cui, mangiando pane quotidianamente, lo sforzo intestinale, nel sintetizzare la proteina, è incommensurabile. Tale aumentato carico di glutine va, così, a spiegare lo sviluppo sempre maggiore di persone affette da Celiachia che, nel tempo, possono presentare danni a carico del sistema autoimmune, del SNC (Sistema Nervoso Centrale), degli organi emopoietici e del fegato.

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Non ne facciamo una moda: siamo infatti partiti col seguire una dieta “biologica”, poi “naturale”, quindi “vegana” e ora imperversa quella “no-glutine”.

Se i celiaci, di fatto, sono obbligati a sottostare a un determinato regime alimentare, esistono anche sei milioni di consumatori sani di prodotti “gluten-free”che seguono, insomma, in modo ingiustificato, la stessa alimentazione dei celiaci spendendo oltre cento milioni di euro per inutili alimenti pensando che, certuni prodotti, facciano dimagrire o migliorino le nostre prestazioni atletiche col rischio di innescare la malattia e disattivare le capacità funzionali e metaboliche del nostro organismo.

Napoli, 22 agosto 2017